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Prezzi confermati in crescita soprattutto per l’energia. L’illusione sovranista/monopolista
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Comunicato di François-Marie Arouet
22 febbraio 2022 11:21
 
L’Istat conferma per gennaio la stima di una crescita dell’inflazione annua a 4,8% e mensile a 1,6%. Principali responsabili i beni energetici (+38,6%), soprattutto quelli cosiddetti regolamentati (elettricità e gas +94,6%). Le ricadute su altri prezzi, sebbene tutti in crescita non hanno aumenti a due cifre, registrano il massimo (+7%) per i beni e +5,3% per gli alimenti non lavorati.
Dati attesi e confermati, rispetto ai quali le politiche del governo sono già attivate. Mentre le parti sociali continuano a discutere per eventuali aumenti degli stipendi, comunque non in linea con gli aumenti inflazionistici. E poi ci sono i guadagni di tutti quelli che non hanno “stipendi” e che, in linea di massima, si rifanno sugli utenti e consumatori dei loro prodotti e servizi: anello finale per eccellenza di tutte le politiche economiche, reale valvola di sfogo di capacità ed incapacità, privata e pubblica.
Ovviamente non si sono formule magiche per venirne fuori indenni e, soprattutto, queste formule non potrebbero che essere il contrario di quanti declamano calmieri e controlli. Lo Stato non è un pozzo senza fondo da lasciare distrutto in eredità alle prossime generazioni, ma potrebbe/dovrebbe essere regolamentatore di energie e potenzialità: occorre stimolarle.
E se non ora, quando?
Ad oggi sono prevalsi interventi a pioggia per soddisfare essenzialmente le corporazioni che gridavano e minacciavano di più. Col risultato che, siccome la crisi era ed è tutt’altro che passeggera, esaurite queste soddisfazioni, siamo punto e a capo. Con l’aggravante che, a tutti più poveri, la crescita della povertà dei cosiddetti autonomi è maggiore: ci mancava anche acuire il conflitto sociale…
Gli stimoli di uno Stato, assistenziale solo per lo strettissimo necessario ma non come metodo, hanno due soli indirizzi: defiscalizzazione e deburocatizzazione, guardando l’oggi in prospettiva del futuro.
A nostro avviso il primo passo generale è organizzare un’emergenza nazionale (energia e prezzi in generale) al pari del covid, raccogliendo iniziative istituzionali nazionali, regionali e locali, chè siano di facile fruizione e non, come oggi, da cercare col lanternino ingarbugliandosi in meandri burocratici da incubo per fruirne.
Nel contempo, nutriamo dubbi che quanto stanziato per le trivellazioni del gas servano alla bisogna: i tempi di realizzazione sono compatibili con l’emergenza energetica? E quando saranno a regime, si è valutato che, non essendo energia ecologica, dovranno comunque essere dismesse? Non era meglio potenziare e velocizzare, più di quanto già non si faccia, le energie alternative, ché quand’anche saranno a regime non nell’immediato, almeno non dovranno poi essere dismesse come le trivellazioni di gas?

 
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