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PRIVATIZZAZIONI FINTE
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Comunicato 
13 luglio 1998 0:00
 


COMUNICATO STAMPA DEL'ADUC

PRIVATIZZAZIONI ITALIANE: PRIMI NEL MONDO
INVESTIMENTI STRANIERI IN ITALIA: ULTIMI NEL MONDO
L'ADUC DENUNCIA COME IL TRUCCHETTO DELLE FINTE PRIVATIZZAZIONI LO ABBIANO CAPITO GIA' IN MOLTI, E COME QUESTO CONTINUERA' AD INFLUIRE SUL PEGGIORAMENTO DI SERVIZI E PRODOTTI

Firenze, 13 Luglio 1998. Uno studio del "Financial market trends" fa sapere che l'Italia, nel 1997, e' al primo posto nel mondo per quanto riguarda le privatizzazioni, mentre, per quanto riguarda gli investimenti di capitale estero, e' all'ultimo posto.
"Un'euforia statistica subito smorzata dalla stessa statistica". E' il commento dell'Aduc, per voce del suo presidente nazionale Vincenzo Donvito, che cosi' continua: "Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, questo studio lo aiuta a levarselo: le privatizzazioni italiane sono finte, oppure gli italiani sono straricchi, e avevano montagne di capitali legali pronti ad essere investiti alla prima leccorniosa occasione, per cui sono arrivati prima di chiunque altro... ma cosi' non e'. Infatti il capitale straniero viene poco investito in Italia, perche' c'e' poco su cui investire, in quanto le cosiddette privatizzazioni sono solo passaggi di competenze e debiti da un ministero all'altro. E' cosi' per tutti gli ex Enti Pubblici oggi tutte Spa, ma con pacchetti azionari completamente controllati dallo Stato. E quando questo non avviene, e le azioni dello Stato sono meno del 50%, ecco la golden share, l'azione d'oro, che consente allo Stato di essere maggioranza anche non controllando il 51% dell'azienda. Gli investitori stranieri, quindi, se da un lato non trovano fisicamente gli spazi per investire, dall'altro lato lo potrebbero fare, ma con l'obbligo di delegare allo Stato italiano la gestione del loro investimento ... e visti i trascorsi e i presenti, e' legittimo pensare che gli stimoli per la convenienza vengano a mancare.
La privatizzazione all'italiana sta gia' dando i suoi malefici frutti, con il peggioramento dei servizi agli utenti e ai consumatori (Poste, Fs e Telecom in testa) che, illusi di un miglioramento che dovrebbe arrivare dalla comparsa della concorrenza, sono costretti a digerire un boccone ancor piu' pesante, perche' oltre alla continuita' del disservizio devono incassare anche la beffa. E disgusto, sfiducia e voglia di evadere
 
 
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