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PROSTITUZIONE E DENUNCE PER ATTI OSCENI
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Comunicato 
10 agosto 1998 0:00
 

INTASATE LE PRETURE
L’ADUC DENUNCIA L’INUTILE NUOVA CAMPAGNA ESTIVA PER ARGINARE LA PROSTITUZIONE: LA DENUNCIA DEGLI AVVENTORI PER ATTI OSCENI SERVE SOLO A INTASARE LE GIA’ STRABORDANTI PRETURE E A NON ARGINARE UN FENOMENO CHE FA PARTE DELLA NATURA UMANA.

Firenze, 10 Agosto 1998. Ha cominciato il questore di Rimini, ha proseguito quello di Firenze, ma ora e’ gia’ quasi in tutt’Italia che si registrano molte denunce per "atti osceni in luogo pubblico" nei confronti degli avventori della prostituzione. Il "terrore" che tutti sapranno chi, dove e come una persona ha pagato per una prestazione sessuale, dovrebbe essere deterrente per combattere la prostituzione.
"Credo sia vero proprio il contrario". A parlare cosi’ e’ il presidente nazionale dell’Aduc, Vincenzo Donvito, che continua: "Sicuramente una denuncia del genere non interessa chi fornisce la prestazione a pagamento, mentre per chi la paga e’ un ulteriore incentivo a considerare questi servizi come decisamente "forti", e quindi da ricercarli con piu’ accortezza. Nel contempo, le denunce per atti osceni, non faranno altro che intasare le gia’ strabordanti preture, con procedure lunghissime, costose, piu’ che mai arzigogolate visto che trattano di materia difficile da definire con precisione, in quanto espressione della moralita’ di chi denuncia e di chi giudica. Denunce quindi inutili rispetto ai fini per cui vengono fatte, ma utili a rendere piu’ difficile la vita a tutti.
Queste denunce non sono ne’ piu’ ne’ meno che il prolungamento di quelle iniziative che, reprimendo la presenza della prostituzione in un luogo, intervenivano con l’unico risultato di spostarlo in un altro: accontentando gli abitanti di via Rossi e scontentando quelli di via Bianchi.
La legge italiana e’ quella che e’. Nonostante i proclami di alcune ministre contro il maschio italiano, che sarebbe colpevole di tutti i mali in materia, questo maschio (che paga anche per andare con altri maschi, magari vestiti da donna, e che quindi piu’ che allo sfruttamento della donna in se’, e’ interessato alle emozioni del sesso) non crediamo si estinguera’ per decreto, o per il "terrore" che in molti sappiano che gli piace fare sesso.
E allora, perche’ continuare ad essere ipocriti? Perche’ non affrontare il problema direttamente, continuando invece a fare solo danni?
La questione non e’ legalizzare la prostituzione, ma abrogare il reato di adescamento e smetterla coi disastrosi palliativi dell’"atto osceno in luogo pubblico". E’ creare le condizioni e potenzialita’ legali perche’, quando giustamente gli abitanti di una strada si arrabbiano perche’ non possono piu’ dormire per i rumori connessi alla prostituzione, chi vende sesso possa liberamente andare a farlo altrove secondo le norme e le leggi che regolano le prestazioni dei servizi, e se non lo fa cosi’, potra’ essere perseguito per legge, e non con incriminazioni da pruriti puritani. Oggi, invece, lo fanno altrettanto liberamente, ma in un mercato
 
 
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