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RIFIUTI IN CAMPANIA
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Comunicato 
23 marzo 2001 0:00
 

:UN ESEMPIO DELL'ITALIA DEL NON FARE

Roma, 23 Marzo 2001. L'emergenza rifiuti in Campania ripropone il dilemma dell'Italia del non fare. Si possono smaltire i rifiuti? Certamente si' -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- a patto di avere le idee chiare e di decidere di attuarle. I rifiuti vanno inceneriti. Si', servono gli inceneritori, che oggi vengono chiamati termovalorizzatori (come i bidelli sono diventati operatori scolastici). Il problema della diossina e' risolto con i post-combustori e i rifiuti solidi urbani, previa selezione del materiale riciclabile, sono una preziosa fonte di energia. Nel 1993 e' stato calcolato che le sola Regione Lazio poteva ricavare energia dai rifiuti per un valore di 500 miliardi l'anno. Qualcuno fa l'ingenuo, pensa che l'Italia (300mila kmq) sia l'Australia (7.6 milioni di kmq) e la "monnezza" possa essere scaricata in una buca e ricoperta di terra, altri piu' furbi hanno pensato di farne un affare, piu' o meno lecito: 1,2 kg di rifiuti giornalieri a testa, per 58 milioni di italiani, per 80 lire medie al kg, sono un bel guadagno. Ma le discariche non sono infinite, si esauriscono e occorre trovarne altre. Cosi' invece di decidere di costruire gli impianti di incenerimento, si scelgono soluzioni "urgenti e contingibili", che servono solo a rinviare il problema. La responsabilita' primaria e' delle Regioni che alla prova dei fatti hanno dimostrato tutta la loro incapacita'.
 
 
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