Chiude una discarica e i romani si troveranno a festeggiare Pasqua con la "monnezza" sotto casa.
Regione Lazio e Roma capitale, cioè Nicola Zingaretti e Virginia Raggi, si trovano a gestire l'ennesima crisi di smaltimento dei rifiuti della Capitale d'Italia.
Non ci vuole una abilità particolare per capire che le discariche, cioè le buche dove si versano i rifiuti, si riempiono e si deve andare alla ricerca di altre buche, in un susseguirsi affannoso di corse per tamponare le falle.
L'alternativa alle discariche non è la raccolta differenziata, perché rimane sempre una quantità di rifiuti indifferenziati che si smaltiscono o in discariche (caso Roma) o in impianti di termovalorizzazione. Insomma, delle due l'una: o discarica o termovalorizzatore che, tra l'altro, è il sistema per ricavare energia dai rifiuti.
Abbiamo fatto un convegno, insieme al Partito radicale, lo scorso anno titolato "
Chi ha paura dei termovalorizzatori?", portando l'esempio delle altri capitali europee. A Vienna, per esempio, ci sono ben 4 termovalorizzatori in città.
Per 5 anni la sindaca Virginia Raggi ha tenuta sporca la città con la promessa dei "rifiuti zero", ma sono proprio i termovalorizzatori che ne chiudono il ciclo, usando gli scarti come risorse da riutilizzare.
Del pari, il presidente della Regione, Nicola Zingaretti che, dopo, 7 anni, vara un piano dei rifiuti senza prevedere i termovalorizzatori.
Se i romani si trovano, e si ritroveranno, la "monnezza" per strada devono ringraziare Raggi e Zingaretti.
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