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SANITA' E ANTITRUST
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Comunicato 
8 luglio 1998 0:00
 


COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

DOCUMENTO ANTITRUST SULLA SANITA'
QUANTI ALTRI CASI COME L'UMBERTO I DI ROMA?
L'ADUC PLAUDE AL DOCUMENTO E CHIEDE CHE SERVA COME BASE PER RIESAMINARE TUTTA L'IMPOSTAZIONE: PRIMA DI TUTTO IL DIRITTO DELL'UTENTE!

Firenze, 8 Luglio 1998. L'Antitrust, con un documento inviato al Primo ministro, al ministro della Sanita' e a Presidenti di Camera e Senato, ha messo sotto accusa l'attuale assetto del Servizio Sanitario nazionale, strutturato per salvaguardare i suoi interessi piuttosto che quelli degli utenti.
E la ministra Rosy Bindi ha reagito con un generico "no al mercato della salute".
"L'Autorita' guidata da Giuseppe Tesauro ha aperto uno spiraglio -dicono all'Aduc, per voce del suo presidente nazionale Vincenzo Donvito, che cosi' continua: "Vuol dire che tutto non e' perduto, che non dobbiamo rassegnarci a morire in queste strutture fatiscenti gestite da baroni delle medicina e manager scelti in base alla famiglia partitica di appartenenza.
Il comportamento medio di un utente del SSN e' di disarmare, di cercare altrove, di fare da se', o di rassegnarsi e continuare ad essere strumento di qualcosa molto al di sopra della sua vocina di protesta, perche' il colosso con cui dovrebbe competere e' un mostro con mille teste, e cio' che e' in discussione e' la sua salute, quindi c'e' poco da scherzare. Chi puo' va altrove, a sue spese, altrimenti aspetta subendo tutte le vessazioni. Un sistema, questo delle vessazioni, che, oltre ad essere tale per una gestione tesa piu' che altro a conservare se' stessa, e' decisamente strutturale: dall'acquisto di una siringa all'appalto per la pulizia dei gabinetti.
E l'Antitrust ha messo il dito nella piaga, mentre la ministra Bindi, invece di cercare di capire le ragioni che muovono certe osservazioni, si arrocca sulla difesa dell'esistente, con l'unico risultato di giustificare l'attuale sfascio.
Al centro di una qualunque politica sanitaria deve esserci l'utente. Il diritto alla salute, invece, e' stato trasformato in diritto ai privilegi di chi si e' impossessato della gestione del SSN, cioe' baroni medici, poteri partitici e sindacali. Un fenomeno non nuovo in Italia: Fs e Poste sono le degne sorelline. Cosa ha fatto l'Antitrust? Ha ricordato che questa centralita' dell'utente non esiste, e non lo ha detto facendo ricorso a posizioni di principi economici, schierandosi per una sanita' privata contro quella pubblica, ma lo ha fatto dando i numeri e indicando dove e come il tutto non funzioni e non risponda a cio' che lo Stato dice di volere: la liberta' di scelta dell'utente. A conforto di cio' -ed e' drammatico doverlo constatare- ci sono le vicende di questi giorni dell'ospedale Umberto I di Roma, le vicende di ieri di un qualunque ospedale, e, purtroppo, quelle di domani di altrettanti ospedali.
Il Parlamento potrebbe partire da questa segnalazione per riesaminare cosa e' accaduto con quella che hanno chiamato riforma, dal 92-93 in poi, e per far si' che cio' che oggi e' in discussione con il Ddl-delega collegato alla Finanziaria-e della cui non-approvazione e' molto preoccupata la ministra Bindi- non rappresenti l'ulteriore mazzata per il consolidamento dei poteri forti e l'annientamento dei diritti sanitari dell'utente, e,
 
 
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