testata ADUC
SCIOPERO DEI BUS A FIRENZE E CAOS
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
11 ottobre 1998 0:00
 
OGNUNO PAGHI LE SUE RESPONSABILITA' E PER IL SUO LAVORO
SCARICARE I PROPRI BISOGNI SUGLI UTENTI SERVE SOLO AD INCREMENTARE CONFUSIONE E DISSERVIZIO

Firenze, 11 ottobre 1998. Il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito, interviene sugli scioperi dei bus finiti davanti ai giudici e sull'appello della Cgil alle associazioni dei consumatori.
"Non capisco perche' dovremmo solidarizzare con chi non solo non fa gli interessi degli utenti, ma minaccia sicurezza, tranquillita', efficienza e qualita' del servizio. L'abitudine dei sindacati di considerare gli individui solo come massa di manovra delle loro scelte e decisioni, e' un metodo che si sta ritorcendo contro. La visione romantica e autoritaria che ogni problema, anche marginale, debba con violenza diventare di tutti, sta cominciando a produrre gramigna negli orti assistiti e assistenzialisti del sindacalismo del Belpaese.
Ci sono forme di lotta, per valorizzare e far conoscere le proprie esigenze, che non penalizzerebbero gli utenti dei servizi, ma non vengono mai prese in considerazione, perche' sono metodi che invece di scaricare il disagio su chi non c'entra niente, come gli utenti, rappresenterebbero assunzioni di responsabilita' in prima persona; i metodi gandhiani di penalizzare solo la propria persona, come per esempio con lo sciopero della fame, sono la punta di diamante di questi metodi. Ma questo non succede mai, a discapito della sicurezza di tutti.
Scioperare non e' un rato ed e' bene che non lo sia, come e' bene che non esista alcuna regola che disciplini lo sciopero, come invece molti neo-amministratori sindacalizzati auspicherebbero. Ognuno si assuma le sue responsabilita'. Il codice civile e penale e' piu' che sufficiente. Se bloccare una citta' lo si considera un reato, chi lo ha fatto e' bene che sia perseguito dalla giustizia; il presunto fine nobile per cui si commette un reato non puo' costituire attenuante o giustificazione, anzi dovrebbe essere un'aggravante, perche' c'e' una premeditazione di compiere l'atto criminale e non solo la casualita' di un incidente.
Se alla Cgil credono che per far valere le ragioni di una migliore sicurezza del trasporto pubblico, lo si debba dire bloccando la citta', credo che non troveranno mai una nostra solidarieta', perche' noi partiamo dal presupposto che il fine non giustifica mai i mezzi, anzi e' proprio dai mezzi che si individua il fine che qualcuno persegu e.
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS