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TASSE SULLA CASA
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Comunicato 
14 agosto 1997 0:00
 

LA DENUNCIA DELLA CORTE DEI CONTI SUI CARICHI FISCALI DI ICI E TASSA RIFIUTI E' IL CAMPANELLO D'ALLARME SUL COSTO DELLA VITA , AL DI LA' DEI DATI ISTAT. BLOCCARE LA SITUAZIONE PRIMA CHE DEGENERI: LE PROPOSTE DELL'ADUC: ABOLIZIONE DELL'ICI E TASSA RIFIUTI PROPORZIONALE ALLA PRODUZIONE. Firenze, 14 Agosto 1997. Sono dati del 1995 quelli che la Corte dei Conti ha fatto conoscere oggi sul peso fiscale per i proprietari di case, l'80% degli italiani. Un aumento di quasi il 3% per l'Ici e del 7,1% per la tassa sui rifiuti. E sappiamo gia' che con la nuova Finanziaria ci sono ulteriori aumenti.
Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc, e' cosi' intervenuto con alcune proposte:
I consumatori e gli utenti italiani lo sanno bene: non e' vero che il costo della vita e' quello indicato dall'Istat. I numeri dell'Istituto servono solo a far credere che l'Italia abbia i parametri per essere in prima fila nell'Euro, mentre la vita quotidiana e' di prezzi e tasse che aumentano -e che non fanno parte del paniere Istat per determinare il costo della vita, come l'Ici e la tassa sui rifiuti- e dalla forte spinta all'evasione per l'impossibilita' di far fronte al proprio dovere fiscale.
Le tasse continue sulla casa sono la conseguenza di una politica dissennata, incentrata su incentivi all'acquisto in un mercato degli affitti inesistente grazie alla legge sull'equo canone. La politica della carota e del bastone. E in questa logica si ascrive anche la proposta di facilitazioni fiscali a chi affitta ad equo canone: bell'esempio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Occorre intervenire subito.
Sui rifiuti, invece di pagare rispetto al metraggio dell'immobile, occorre passare ad un sistema di calcolo sulla produzione di rifiuti. Ci sono esempi in molti Paesi del mondo: basta solo imitarli. E cosi' sarebbe rispettato il principio di pagare per cio' che si usa.
Sull'Ici non e' possibile alcuna riforma. A partire dal fatto che riguarda l'80% degli italiani, che gia' pagano per la proprieta' di un immobile con la denuncia dei redditi, e' una tassa vissuta malissimo dal contribuente, e quindi per riconquistare la sua fiducia occorre un atto drastico: l'abolizione. Amministrazioni comunali nel panico, costrette magari a tagliare le mense scolastiche? Non credo. Basterebbe andare a incrementare altre voci di entrata sottovalutate o dimenticate grazie ad una "allegria gestionale" molto diffusa, come, per esempio, la gestione del patrimonio immobiliare comunale a prezzi di mercato: nella maggiorparte dei Comuni non esiste neanche una sua mappatura, e gli scandali degli affitti irrisori non sono inventati da qualche giornale per vendere piu' copie.
Un'abolizione che farebbe anche aumentare gli introiti fiscali dello Stato nell'ambito della denuncia dei redditi, perche', in un sistema non vessatorio come l'attuale, il proprietario che non paga si sentirebbe piu' invogliato a non evadere.
Esiste un'amministrazione comunale pilota che si renda disponibile a sperimentare questa

 
 
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