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Tentativi invalidazione referendum cannabis. Li chiamano espedienti…. Ma è democrazia, quella che serve a tutti
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Comunicato di Redazione
4 novembre 2021 16:48
 
Li chiamano espedienti, quelli che Lega di Salvini e FdI di Meloni stanno utilizzando per invalidare le firme consegnate in Cassazione sul referendum cannabis. Prima il voto (non riuscito) in commissione Affari Costituzionali per annullare la proroga * al 30 ottobre della consegna firme, ed ora il più o meno ostruzionismo in Aula.
Si tratta, invece, di iniziative legittime che qualunque parlamentare o gruppo può utilizzare per cercare di non far approvare qualcosa. Iniziative che una parte politica dichiara espedienti (financo illegittimi) quando sono messi in opera dalla parte avversa. La storia del nostro Parlamento è piena di “espedienti” di questo tipo **. E’ il gioco parlamentare, che le parti è bene considerino nell’articolato iter di istituzionalizzazione, di una richiesta referendaria nel nostro caso. E ci sarebbe da preoccuparsi e stupirsi se ciò non accadesse.
Una precisazione doverosa soprattutto nel caso del referendum cannabis. Firme raccolte in un “battibaleno” grazie allo spid, suscitando insoliti interessi degli abituali affossatori del potere legislativo/abrogativo degli elettori, sì da vanificare possibili successivi utilizzi. Uno dei motivi conduttori degli affossatori è stato “a questo punto anche il più imbecille potrà proporre referendum”. A parte che per noi è giusto che chiunque possa proporre referendum, quel che accade in questi giorni dimostra che, in democrazia, legiferare/abrogare non è un gioco da social-influencer digiuno di politica. E’ invece politica al pari (e talvolta anche meglio) di quella condotta da chi abbiamo eletto in Parlamento. Il referendum non è un rutto o un urlo di rabbia, è un serio atto istituzionale proposto da chi vuole rendere migliori istituzioni che gli sembrano ferme e distratte. Non è cancellazione delle istituzioni, ma valorizzazione delle stesse. Istituzioni in cui, chiunque in qualunque momento, deve poter dire e fare il proprio, per cercare di impedire ciò che ritiene ingiusto. E’ il nostro caso, quello dei partiti di Salvini e Meloni, chè giusto possano provarci, ché domani non si può escludere che al loro posto ci siano parlamentari che provino altrettanto contro di loro per questioni a noi care. Il loro diritto di oggi è il nostro diritto di domani. Difenderlo e garantirlo è emblema e salvezza della nostra democrazia.

NOTE
* approvata dal governo perché i Comuni non stavano ottemperando alla consegna dei certificati di iscrizione alle liste elettorali nei termini di legge, certificati senza i quali le firme raccolte non valevano.
** famose le maratone oratorie, quando i tempi di intervento in Aula non erano contingentati, per far sforare i tempi di approvazione di un qualche provvedimento.
 
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