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Vendite al dettaglio in calo. Anche e soprattutto in tempo di guerra occorre “Reagire’ con più mercato!
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Comunicato di François-Marie Arouet
8 marzo 2022 12:20
 
La stima delle vendite al dettaglio per il mese di gennaio – dati Istat – è di un calo dello 0,5% in valore e 0,7% in volume. Dati, tutto sommato, confortanti, rispetto ad un panorama economico la cui evoluzione, in tempo di guerra, sembra essere verso un contesto (stagflazione) che vede il nostro Paese come e peggio dei nostri principali partner europei (Germania e Francia, soprattutto).
Attenendosi strettamente a dati che non possono che essere relativi rispetto alle crisi in corso (1) , occorre non gridare “al lupo” ma prendere solo atto che ci sono ancora margini per evitare il peggio. Rimedi che non possono che essere presi in direzione di quella che è vocazione di fondo dell’economia italiana ed europea: mercato.

Da più parti si evocano prezzi controllati, monopoli più o meno dichiarati, Stato protagonista più di quanto già non lo sia. Ma questa occasione, anche perché non degenerata visto che gli echi della guerra sono ancora limitati, va colta per dare svolta ad alcuni problemi che attanagliano la nostra economia: defiscalizzazione, sburocratizzazione, semplificazione sono le parole d’ordine.

Per la defiscalizzazione andrebbe presa in buona considerazione una proposta che circola anche nel mondo industriale (2) di diminuire l’accisa Iva per i beni di consumo quotidiano. Per sburocratizzazione e semplificazione basti pensare a tutti i progetti di energie alternative che oggi sono bloccati dalle pastoie ministeriali e che, anche e soprattutto, sono ostacolo a fonti alternative al gas russo. Una liberazione del mercato che renderebbe i consumatori meno condizionati dalle crisi in corso e che ridarebbe fiato all’economia tutta.

Niente di miracoloso, per carità, vista la situazione in corso. Ma quando siamo presi da crisi sanitaria, energetica e bellica… tutto condiziona tutto, niente può essere affrontato come in un comparto: la riduzione del danno, che innegabilmente c’è e aumenterà, si può fare dando fiato a tutte le energie ad oggi schiacciate da una eccessiva presenza dello Stato.


1 - l’invasione russa dell’Ucraina è di fine febbraio ed è troppo presto per le ricadute degli aumenti energetici.
2 - Francesco Mutti, presidente di Centromarca e amministratore delegato della Mutti

 
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