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Aree condominiali per cani
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Lettera 
24 gennaio 2024 0:00
 
Nel mio supercondominio esiste un'area verde molto estesa che da tempo viene usata dai proprietari di cani per lo "sgambamento" ed esigenze fisiologiche dei propri animali.
Tale area, per ovviamente motivi non può essere frequentata da bambini od altri condomini ed è quindi di fatto espropriata ad uso esclusivo dei proprietari di cani.
Ora questi condomini hanno intenzione di proporre la recinzione dell'area per la sicurezza dei loro animali con partecipazione alla spesa da parte diritti i condomini.
A parte l'assurda pretesa, mi sembra esista una legge del Ministero dell'ambiente che regola la costituzione di aree per cani vongole obbligo, fra l'altro, di distanza di almeno 100 metri dalle abitazioni. Vorrei sapere se nella situazione di cui sopra è possibile fare una opposizione a questi soprusi.
Grazie
Roberto, dalla provincia di RM

Risposta:
giuridicamente ogni condomino può liberamente utilizzare l'area comune.
Può accadere che si scelga, o che alcuni condomini scelgano,di destinare una parte di un'area comune condominiale a zona di sgambamento.
Siamo, in questi casi, innanzi ad un'innovazione, con conseguente applicazione dell'articolo 1120 del codice civile che, al primo comma, permette ai condomini di disporre tutte le innovazioni dirette al miglioramento o all'uso più comodo o al maggior rendimento delle cose comuni.
A tal fine, tuttavia, è necessaria una delibera assembleare presa con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno i due terzi del valore dell'edificio.
Nel caso in cui la decisione parta da solo alcuni condomini, e che quindi, non si realizzi la maggioranza allora l'area potrà essere innovata comunque ma con spese poste a carico soltanto dei richiedenti.
Può motivare il suo rifiuto dicendo che l'area è comune e che tutti devono essere liberi di utilizzarla mentre al momento la possibilità è preclusa a chi non ha cani e che, pertanto , non ritiene corretto sostenere delle spese che non solo limitano il suo diritto di utilizzo ma che la costringano anche a sostenere delle spese che ben potrebbero essere sostenute esclusivamente dai richiedenti o dai padroni dei cani
 
 
 
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