
La visita di Giorgia Meloni alla Casa Bianca è una missione difficile se non una “mission impossible”. Ma mai dire mai. Gli interessi nazionali dell’Italia sono chiarissimi e strettamente intrecciati sul piano politico, economico e della difesa. È giusto affrontare la sfida con la Cina, ma gli Stati Uniti si illudono se pensano di poter agire da soli, mentre il resto del mondo assiste passivamente al duello.
Da un conflitto commerciale all’ultimo sangue, gli Stati Uniti e la Cina uscirebbero ambedue stremati, con effetti devastanti sull’economia mondiale.
Il messaggio unanime degli osservatori internazionali nonché delle più autorevoli testate giornalistiche è il seguente. Per contenere i piani di riarmo della Cina (di cui nessuno ne parla) e per bloccare le inaccettabili pratiche di concorrenza sleale della Cina sui mercati internazionali (merci, capitali, tecnologia e moneta) gli Stati Uniti devono ritrovare una qualche sintonia con i loro tradizionali amici e alleati: dall’Unione europea al Giappone, dalla Nato all’Aukus, dall’Asean al Messico al Canada, ecc.
In questo contesto globale, l’obiettivo specifico del viaggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Washington sembra essere quello di avviare un disgelo delle relazioni euroatlantiche. L’esito è imprevedibile, ma l’intenzione è ottima.
Almeno su questo l’opposizione dovrebbe concordare (come hanno dichiarato Merz e Macron) senza inutili polemiche preventive come ha fatto Elly Schlein, per non parlare di Giuseppe Conte, che rimpiange la Via della Seta.
Per quanto riguarda in modo specifico le relazioni bilaterali Italia e Cina, gli interessi nazionali dell’Italia sono di tale portata anche sul fronte occupazionale (lo dico a malincuore) da sconsigliare un brusco decoupling e optare, viceversa, per uno sganciamento graduale.
È vero che, negli ultimi venti anni, Roma e ancor più Parigi hanno flirtato troppo con Pechino, ma per liberarsi dalle dipendenze cinesi servirebbe una strategia coordinata di medio e lungo periodo, proprio ciò che in questi giorni alla Casa Bianca sembra mancare.
(articolo pubblicato su Il Riformista del 12/04/2025)
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