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Conformismo e cittadini positivi. Navigare a vista senza bussola e col cielo coperto? Dipende da noi
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Editoriale di Vincenzo Donvito
17 febbraio 2010 9:00
 
“Consumatori, utenti, cittadini? No. Sudditi. La dissoluzione della societa' e dell'economia e' in atto?”. E' questo il titolo di quanto scrivevamo solo una settimana fa, un po' tra l'amaro e il rassegnato di chi, avendo forgiato la propria azione su certezza e affermazione del diritto, si percepiva invece come un navigatore a vista, senza bussola e col cielo coperto; e il disinteresse individuale era l'unica cosa che percepivamo nella nostra movimentata quotidianita'.
Una settimana e' passata e, volendo, potremmo riproporre la medesima riflessione.
Ma a chi giova?
Il pessimismo del giudizio deve necessariamente sfociare in altrettanto modo d'agire?
E cosa potrebbe essere il pessimismo dell'azione?

Senza intrecciarci in riflessioni filosofiche e culturali (che' gli elementi ci sarebbero...) possiamo invece usare una sola parola: conformismo. Adeguamento al presente per sopravvivere e, quindi, senza grandi difficolta':
- pagare le utenze senza indebitarsi e non avendo tempo per contestare le ruberie di tutti i gestori;
- lavorare arrivando a fine mese grazie ad una serie di escamotage (doppio lavoro nero, per esempio) che non fanno andare il conto bancario in rosso;
- pagare l'affitto o il mutuo piu' o meno puntualmente;
- fare la spesa rientrandoci e non badando piu' di tanto alla qualita' (discount in prima fila);
- andare in vacanza con l'unica esigenza di evadere dal ritmo quotidiano (last minute non importa dove);
- cambiare la vecchia automobile indebitandosi fino all'inverosimile sperando che arrivino altri contributi statali o regionali o comunali;
- parcheggiare la stessa in citta' dove capita rispetto alle esigenze dell'immediato;
- prendere treni e mezzi pubblici con periodi di percorrenza da incubo;
- andare in bicicletta riempendosi i polmoni di gas di scarico;
- passare giornate in coda ad un Asl o all'Agenzia delle Entrate o all'Anagrafe;
- continuare a pagare il dentista privato perche' quello del Ssn e' sempre una presa per i fondelli rispetto ai tempi delle proprie esigenze di cura;
- non trovare mai il medico di base disponibile a venire a casa e dover andare al pronto soccorso anche per questioni minime;
- vedere i propri amici che non ne possono piu' e che fanno le valigie sperando in un'altra citta' dello Stivale o all'estero;
- farsi raccomandare dal notabile del posto per un impiego provvisorio al proprio congiunto;
- sperare che la scelta dell'asilo non sia un incubo come l'anno prima;
- aprire i giornali o accendere la televisione su un tg per vedere chi e' questa volta il politico furbo che e' riuscito a rubare meglio e “fantasticare” che “se fa cosi' il ministro e l'assessore... perche' io no?”;
....... senza rendercene conto siamo arrivati alla fine del foglio e siamo solo all'inizio dell'elenco della quotidianita' del cittadino medio conformista... e non abbiamo ancora scritto di quando... quella volta... la causa del condominio che va avanti da sette anni e abbiamo conciliato che' altrimenti non conveniva, cosi' come abbiamo conciliato con quel commerciante ladro che non voleva cambiarmi l'oggetto difettoso e quindi son contento che, pur avendo ragione, sono riuscito a recuperare il 50% di quanto pagato....
eh no....
.... stiamo continuando pur non avendo intenzione di andare su un altro foglio.
Fermiamoci, che' forse siamo riusciti a spiegare cosa volevamo intendere!
Questo e' il pessimismo dell'azione: se alla base c'e' un pessimismo del giudizio non superficiale o subito caduto nel dimenticatoio, come minimo ci e' venuta un'ulcera; dal muso lungo che abbiamo tutti i giorni, inoltre, non c'e' da stupirci se amanti e amici ci frequentano poco e noi stessi abbiamo poca voglia di frequentarli.... Gia', ma chissa' se questi amanti e amici, che paiono tanto allegri come tali, non abbiano anch'essi la loro dose di ulcera che ben mimetizzano...
Chi sta battendo queste parole sulla tastiera non crede al pessimismo dell'azione, pur essendo tragico nel giudizio. E spera di aver fatto capire, a chi e' in questa condizione, che e' finito in un tunnel, in fondo al quale non c'e' una luce se non cercandola in noi stessi, nei nostri amori e nei nostri amici.
E' l'ottimismo dell'azione! Che non e' l'anticonformismo, cioe' qualcosa che -qualificato dal fatto di essere “anti”- si riesce a spiegare solo come il contrario di qualcos'altro che in quel momento e' vincente (come antifascista, anticomunista, anticlericale, antiautoritario, anticapitalista, non-violento, illiberale, etc..).
L'anticonformismo, a differenza del conformismo, si e' dileguato quando l'essere globale -quello che siamo qui mentre leggiamo queste righe- ha fatto irruzione scalfendo dalle fondamenta tutti i conformismi, dando la possibilita' di essere altro e non solo “anti”. Possiamo e siamo esseri positivi di per se', portatori di istanze positive. Proviamo a farle valere.
 
 
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