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Il nuovo e il vecchio. Conservare o innovare. In una societa' basata sul mercato non ci sono alternative: nuovo o niente!
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Editoriale di Vincenzo Donvito
15 settembre 2010 8:48
 
Conservatori e riformatori. In teoria il confronto sociale, economico, culturale e politico dovrebbe vertere tra questi due approcci alla realta'. Diciamo in teoria perche' -italico costume- la differenza tra chi si arrocca sullo status quo di un presunto benessere e lo slancio in avanti di chi vede il benessere oltre cio' che lo ha consentito o impedito fino ad oggi... la differenza spesso sfuma, fino a sparire ed invertire le proposte: innovative quelle dei conservatori, immobili quelle degli innovatori.
In una societa' di mercato non ci dovrebbero essere alternative: il mercato di per se' e' movimento, vedere in avanti e dietro l'angolo, rischiare, tentare. Di conseguenza, l'organizzazione sociale, culturale e politica dovrebbe fare altrettanto. Ma non e' cosi quando c'e' l'ideologia, intorno alla quale si pretende di costruire un sistema che risponda ai principi inossidabili di questo o quel credo -in un dio o meno e' indifferente.
La situazione del nostro Paese e' quella dell'ideologia, intorno alla quale si giustifica tutto: il nuovo o il vecchio, poco importa, requisito e' che debba omaggiare la specifica ideologia... che puo' anche essere quello che frulla nel cervello di un uomo solo con tanto potere.
Questo, a nostro avviso, il motivo per cui le leggi e le riforme nel nostro Paese non sono mai tali. Due esempi:
- le leggi. Il Sindaco di un paesino in provincia di Firenze che per combattere i disagi causati dalla prostituzione di strada, delibera che nel suo Comune la prostituzione e' vietata... anche se la legge nazionale e' esplicita sul non-divieto di questo mestiere e, non solo, il metodo del nostro Sindaco, che gli procura l'immagine da “duro”, serve solo a spostare il problema ma non a risolverlo;
- le riforme. E' stata istituita, per la raccolta dei rifiuti, la Tia che avrebbe dovuto sostituire la Tarsu, con tanto di date da rispettare. Dopo anni, non solo la situazione e' a macchia di leopardo, ma c'e' uno stallo e un tentativo da parte di legislatori e governanti di farsi beffa anche delle sentenze della Corte Costituzionale che, addirittura, e' dovuta intervenire per chiarire come l'amministratore deve operare... e tutti continuano a fare come credono.
In questo contesto c'e' chi si adatta e sopravvive, sopportando angherie, comprendendo fino ad un certo punto e, di solito, reagendo con l'estraniarsi dalla comunita' civile e con l'evasione fiscale.
E poi ci sono quelli che non si adattano che -si capisce..- include anche noi.
Questo per dire e dirci:
- cerchiamo di farci meno male visto che comunque siamo partecipi di questa organizzazione della societa', dell'economia, della cultura e della politica: usiamo, anche se in maniera critica, cio' che il sistema ci offre;
- non perdiamo il filo conduttore e ispiratore di questo pensierino di meta' settembre: se facessimo altrimenti ci ritroveremmo, recalcitranti, ad aver sposato per convenienza una qualche ideologia, divenendo come quelli che sono i responsabili del nostro disagio. E non ne varrebbe la pena, perche' saremmo costretti a continuare a vivere male, con noi stessi e con i nostri bisogni ed esigenze.
 
 
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