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Angelis suis mandavit de te...
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
21 maggio 2010 14:15
 
A S. che si trova ad affrontare un intervento complesso -e a G. che gli sta vicina.
Ad A. che ha difficoltà ad andare avanti -e a M. che lo sostiene.
Alla piccola V. che ha la spina bifida e tanta voglia di vivere –e alla sua mamma che la coccola.
A chiunque si trovi –fisicamente o moralmente- su vie perigliose
.

Roma. Inizio marzo 1994. Facevo tutt’uno con un tunnel totalmente buio. Dalle sue pareti, come acqua, grondava paura che mi intrideva fino al midollo. Paura di tutto. Di vivere e di morire. Niente più forza. Solo tremito. Dentro e fuori.

Piazza Risorgimento. Stazione di autobus. Mura esterne della città leonina. Sopra, una scritta a caratteri cubitali:

ANGELIS SUIS MANDAVIT DE TE –UT CUSTODIANT TE IN OMNIBUS VIIS TUIS
(Ai suoi angeli ha ordinato a proposito di te: che ti custodiscano in tutte le tue vie)

Un lampo. E nel tunnel stillante paura si rese percepibile come una vicinanza discreta.
Avvertii che non ero sola come mi era sembrato fino a quell’istante. E mi sentii viva. E, da viva, dissi SI’ … al tunnel. All’oscurità. Alla paura. Al tremito. A quello che sarebbe successo. Con esitazione –in quel momento- anche alla morte.
Il peso che portavo rimase pesante.
Le asperità del cammino restarono aspre.
Ma non ero più in balía del marasma di prima. Adesso potevo scorgere anche le mani soccorrevoli –mani di carne- che, in certi passaggi, si tendevano verso di me in modi a volte del tutto inauditi.

Oggi posso dire: quel mattino, a Roma, colsi per la prima volta il bagliore della forza indistruttibile della vita. Della sorgente di indomita energia che alberga nell’universo mondo e accompagna ogni sua parte –anche noialtri umani- perché mantenga –o ritrovi- l’accordo armonico con tutte le altre.

Gli angeli del salmo 91 sono una delle tante immagini, con cui si può esprimere la realtà di questo accompagnamento. E siccome è quella forse più familiare nella nostra cultura, formulo con essa il mio duplice augurio: Che ogni persona che si sente sola, smarrita ed esposta alle inclemenze della vita,
riesca a riconoscere gli angeli in carne e ossa che si trova già vicini nelle persone di amici e familiari o che le si materializzano accanto, di volta in volta, in perfetti sconosciuti,
e riesca anche e -direi- soprattutto a percepire, dentro di sé o accanto a sé, quella presenza, a cui penso si riferisca pure Jovanotti, quando canta: “io lo so che non sono solo / anche quando sono solo”.
 
 
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