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Firenze: piove sul bagnato
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
1 giugno 2016 8:02
 
 Ci sarebbe da ridere (o almeno da sorridere) se non ci fosse da piangere – e a calde lacrime. Tanto che, a questo punto, Nardella, nelle vesti di Sindaco, sul quale ricadono tutte le responsabilità di quello che avviene nel suo Comune (come accade, del resto, a un preside in una scuola), mi fa persino tenerezza.
Ma andiamo per ordine. Ad appena cinque giorni dallo sconcio del Lungarno Torrigiani, ecco un’altra notizia ferale:
come annuncia “La Nazione” del 30 maggio, si è registrato un cedimento nel sottopasso della tramvia di via Foggini e quindi tra il 13 giugno e il 13 settembre rimarranno chiuse le fermate Talenti e Federiga, costringendo la tramvia, che arriva da Santa Maria Novella, a fermarsi in piazza Batoni, mentre quella che arriva da Scandicci si fermerà ad “Arcipressi”. Ciò comporterà per gli utenti un trasbordo: tramvia – navetta – tramvia, con conseguente aumento, non piccolo, dei tempi di percorrenza.
Uno dei guai, per l’Amministrazione comunale, è che il cedimento del sottopasso è un “film già visto”, perché il problema si era già delineato nel 2013/2014 ed evidentemente l’intervento di allora non era stato decisivo.
Mi pare che quest’altro problema poteva bastare e avanzare, così vicino cronologicamente alla voragine del lungarno. E invece no!
E’ di ieri, 31 maggio, la notizia riportata con tante fotografie da “Repubblica” della rottura di un tubo dell’acquedotto nel viale Morgagni, probabilmente a causa dei lavori per la nuova linea della tramvia. Lo stravolgimento del traffico, comprese le deviazioni del trasporto pubblico, dovrebbe durare non più di due giorni. Speriamo bene.

Dire che urge una attenzione scrupolosa sull’andamento di tante opere pubbliche è dire poco. E, oltre a questo, sembra più che urgente un ripensamento di opere, come gli attraversamenti sotterranei della città da parte di treni e tramvie, che non sono necessari, checché ne dicano i loro sostenitori, e possono invece essere, al contrario, forieri di nuovi cedimenti e scempi ancora peggiori. A questo proposito, per concludere, mi piace segnalare una riflessione seria e saggia di Tommaso Montanari (docente di storia dell’arte moderna), comparsa sulla cronaca di Firenze di “Repubblica” del 28 maggio.





 
 
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