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Triangolo d'Oro e metamfetamine che hanno soppiantato oppio ed eroina, ma...
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Articolo di Redazione
18 luglio 2013 16:39
 
Nel cuore del Triangolo d'Oro, un battello della polizia thailandese con ben in vista una mitraglietta, pattuglia il fiume Mekong. Dopo aver rintracciato per lungo tempo oppio ed eroina, le autorita' sono ora impegnate nella ricerca delle metamfetamine. In questa regione piena di miti, ai confini con Thailandia, Laos e Birmania, i prodotti cambiano ma il traffici sono di casa.”E' veramente difficile individuare il traffico di droghe verso la Thailandia. Ma noi utilizziamo tutti i mezzi possibili”, dice il generale Manop Senakun, comandante della polizia di Chiang Saen, porta thailandese del Triangolo d'Oro. Il Centro contro il crimine sul Mekong -30 poliziotti e tre battelli in comune coi Paesi vicini- controlla la navigazione su 17 chilometri di frontiera fluviale tra Thailandia e Laos. Una unita' creata dopo la morte, alla fine del 2011, di 13 marinai cinesi in un attacco alla fine del quale sono state sequestrate piu' di 900.000 pasticche. Di conseguenza, Naw Kham, padrino birmano della droga, e tre suoi accoliti, sono stati giustiziati in Cina per questo massacro. E i due battelli pieni di pallottole sono ancora in bella vista nel porto di Chiang Saen. Di fatto il fiume e' meno frequentato dai trafficanti rispetto a prima, dice il generale Manop. La maggior parte del traffico si fa “negli altipiani, lungo la frontiera”. La Cina si e' aggiunta a questa maggiore sorveglianza del fiume. “I crimini legati alla droga sul Mekong sono stati messi sotto controllo” ritiene l'ambasciata cinese in Birmania dopo un'operazione congiunta di due mesi sul fiume con i propri vicini. L'Operazione “Mekong sicuro” ha permesso l'arresto di 2.534 sospetti e il sequestro di circa 10 tonnellate di droga, secondo le autorita' thailandesi. “Io non ne sono convinto”, stempera Pierre-Arnaud Chouvy, geografo del CNRS. “Ci sono alcuni casi di sequestri molto mediaticizzati, ma a monte non c'e' una valutazione dell'efficacia dei pattugliamenti", sottolinea descrivendo alcune filiere “a geometria variabile, con molti intermediari e, notoriamente, numerosi piccoli trafficanti non professionisti che approfittano delle opportunita'” Il tutto su uno sfondo di corruzione degli ufficiali impegnati in merito, che “rimane un problema in Thailandia, dove alcuni responsabili prendono delle bustarelle”, secondo il Dipartimento di Stato americano.
Ad ogni angolo di strada
Paradorn Pattanatabut, direttore del Consiglio di sicurezza nazionale, lo ammette lui stesso a bassa voce: “Io non lo nego”, dice all'agenzia France Presse (AFP). Promettendo che i colpevoli saranno presi. L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) stima in almeno1,4 miliardi il numero di pillole di yaba, nome thailandese delle metamfetamine, fabbricate ogni anno nella regione. La maggior parte provengono da piccoli laboratori mobili e isolati nel cuore della giungla dello Stato Shan, nell'est birmano. Un mercato stimato in 8,5 miliardi di dollari, al quale occorre aggiungere l'eroina, proveniente sempre dalla Birmania, secondo produttore mondiale di oppio dopo l'Afghanistan. L'oppio e l'eroina che hanno fatto la nomea della regione, primo produttore mondiale da trenta anni, ha ceduto la piazza alle metamfetamine all'inizio degli anni 2000, a favore delle politiche di eradicazione del papavero. Ma “dopo il 2006, la coltura dell'oppio ha ripreso e cresce nei sei anni consecutivi”, fa notare Tun Nay Soe, dell'ufficio UNODC di Bangkok, descrivendo i “livelli allarmanti” per gli oppiacei come per le metamfetamine. Il Triangolo d'Oro “e' all'epicentro del traffico e della produzione”. All'improvviso, i trafficanti sono piu' minacciosi, dice il generale Manop, facendo riferimento a gruppi di 20 o 30 persone armate che attraversano la giunga. Gli abbordaggi sono regolari come quello di otto presunti trafficanti che sono stati abbattuti dalle forze dell'ordine nel 2012. Ma dal punto di vista dei consumatori thailandesi, niente e' cambiato. “Io sono a Klongtoey da molto tempo e non ho mai visti il problema diminuire”, dice Nisanart Trirart, assistente sociale di un centro di sanita' di questa bidonville di Bangkok, confermando che le matamfetamine hanno rimpiazzato l'eroina e reso quasi inutili i trattamenti metadonici. Qui, pillole e polvere sono in vendita in ogni angolo di strada. “Alcuni bambini mi chiedono: fratello, cos'e' che vuoi?”, racconta Joon, 35 anni, che sostiene di non aver assunto piu' niente dopo la sua uscita di prigione, dove ha passato qualche anno per omicidio. Colla, valium, marijuana, yaba, Ice, eroina... lui ha provato tutto dall'eta' di dieci anni. Ma, malato di Aids, vuole vincere. “E' la mia ultima chance per fare un piacere a mia madre prima di morire”.

(articolo di Amélie BOTTOLLIER-DEPOIS per l'agenzia France Presse- AFP del 18/07/2013)
 
 
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