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Uruguay: un Paese verso la legalizzazione della cannabis, con un percorso sociale che viene da lontano
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Articolo di Redazione
8 dicembre 2013 19:36
 
Primo Paese al mondo che sta per legalizzare produzione, distribuzione e consumo di cannabis, l'Uruguay ha rinnovato in questi ultimi tempi una vecchia tradizione, dimostrando di essere di nuovo all'avanguardia sui temi sociali.
Con questa legge sulla marijuana, prima del genere che dovra' essere ratificata martedi' 10 dicembre dal Senato, il piccolo Paese sudamericano va molto oltre rispetto a certi Stati Usa, ai Paesi Bassi o alla Spagna, che tollerano la produzione o la vendita di cannabis in ambito privato.
Una volonta' pionieristica che questo piccolo Paese di di 3,2 milioni di abitanti incastonato tra i giganti brasiliano ed argentino ha gia' dimostrato sotto l'impulso della coalizione di sinistra del “Frente amplio” (Fronte largo), al potere dal 2005.
L'Uruguay e' stato tra i primi in America Latina a legalizzare le unioni civili delle coppie omosessuali (2007) e l'adozione per le coppie dello stesso sesso (2009). Nel 2009 ha anche autorizzato il cambiamento di sesso e di nome per i transessuali militari di carriera.
Montevideo si e' anche distinta quando Tabare Vazquez (2005-2010), primo presidente di sinistra della storia di questo Paese, nel 2006 aveva fatto dell'Ururguay il primo Stato latino-americano e il quinto al mondo a vietare l'uso del tabacco nei luoghi pubblici.
Piu' anedottico per alcuni, l'Uruguay e' stato anche il primo, nel 2012, a ratificare la convenzione 189 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIT) sul lavoro dignitoso per i lavoratori domestici.

Spettacolari riforme all'inizio del secolo
Questi avanzamenti, resi possibili dal governo del Frente Amplio e dall'attuale presidente José Mujica, un ex-guerrigliero torturato sotto la dittatura (1973-1985), si manifestano come un'eco delle spettacolari riforme all'avanguardia fatte un secolo fa, quando l'Uruguay era in forte crescita economica.
Sotto l'impulso del presidente José Batle Ordonez (1903-1915), una delle piu' importanti figure storiche del Paese, l'Uruguay aveva realizzato importati progressi sociali, essendo il primo in tutto il continente a legalizzare il divorzio con la sola decisione della moglie (1913), ad abolire la pena di morte (1907) ed autorizzare il voto alle donne (1927).
Inoltre la prostituzione e' stata legalizzata e diverse leggi di valore sociale furono votate (la giornata di otto ore, sicurezza sociale).

Per Felipe Arocena, sociologo, questa somma di progressi societari si manifesta nel corso di due periodi in cui due fattori favorevoli si congiungono: la prosperita' economica, il governo di sinistra attento a queste tematiche e la mobilitazione dei giovani che accompagna questi cambiamenti. Queste misure hanno anche reso possibile che l'Uruguay sia uno dei rari Paesi latino-americani “dove la religione e la Chiesa cattolica hanno poco peso sullo Stato”.
Il politologo Adolfo Garce fa notare che il Frente Amplio tende a proseguire sul percorso dell'accelerazione dei progressi societari che c'erano stati all'inizio del XX secolo. Il Frente Amplio “si considera come un nuovo riformatore. Il riformismo 'batlista' aveva creato lo Stato del benessere (…) e il Frente Amplio cerca di riprodurlo”.
Il progetto di legge sulla cannabis e' contestato dal 61% della popolazione, ma il potere attuale va oltre e pende come esempio l'epoca di Batle, dove il progresso era “piu' rapido di quanto la societa' ammettesse, ma le circostanze politiche permettevano di fare andare avanti la legislazione”.

(articolo di Alexandre Grosbois, pubblicato il 08/12/2013 dall'agenzia France Presse - Afp)
 
 
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