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Comunicato 
2 dicembre 1999 0:00
 


MANCANO I SOLDI E NON C'E' UN PIANO PER TROVARLI. NUOVE TASSE IN VISTA?

Firenze, 2 Dicembre 1999. Il presidente della Tav ha confermato che per la realizzazione della linea Torino-Milano-Napoli mancano 24mila miliardi rispetto ai 40 mila previsti per l'opera, e l'amministratore delegato delle Fs ha fatto sapere che questi soldi verranno da "un piano finanziario organico di lungo periodo", ancora tutto da definire con il Tesoro.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Non sappiamo dove Giancarlo Cimoli andra' a prendere i soldi che mancano, visto che quest'anno gli arriveranno 4 mila miliardi della Finanziaria 1998, e che la Finanziaria in discussione (almeno per ora) non prevede risorse per gli investimenti Fs, a meno che non ci siano piani nascosti societari non noti. Ma la vediamo male, perche' nella ridicola -quanto misteriosa- catena societaria che vede il ministero del Tesoro proprietario al 100% dell'Azienda Fs, e quest'ultima a sua volta proprietaria al 100% della Tav (non bastava l'Azienda Fs?) non resterebbe che razzolare nel pozzo senza fondo che sostituisce i suoi forzieri (cosi' come a piu' riprese ha detto il presidente Fs Claudio Dematte').
Inoltre non ci sembra in calendario una di quelle finte privatizzazioni (vedi Enel) che trasferisce i soldi dei risparmiatori dalla tasca sinistra (Bot) dello Stato, a quella destra dello stesso Stato: aziende "privatizzate" che -per conservazione del 51% del capitale o per potere di veto con golden share- rimangono sotto il controllo dello stesso Stato, e che, bisognose di soldi, trasformate in star dell'economia da campagne pubblicitarie artefatte, vengono presentate come l'occasione finanziaria del momento per i piccoli e medi risparmiatori ….. ma la filosofia e le capacita' del gestore rimangono sempre le stesse.
Per l'amministratore Cimoli, invece, e' tutto a posto, e fa sapere anche con precisione quando i lavori saranno finiti (piu' o meno dieci anni), anche se per i soldi -per ora- c'e' solo un'idea.
La sicurezza di Cimoli ci preoccupa, anche perche' in passato, quando l'azienda Fs ha bussato alle casse dello Stato, ha sempre ottenuto una risposta, anche violando quelle leggi che -uguali per tutti- non lo sono per lei (il riferimento e' alla dilazione dei pagamenti Inps di alcuni anni fa, che -gia' scaduti da tempo- le Finanze gliela concesse il 14 agosto, di sera!!!).
Oltre a questo metodo di "comprensione famigliare" tra i vari ministeri, ricordiamo che la Finanziaria non e' stata ancora approvata, e la creativita' dei nostri amministratori, quando c'e' un'urgenza, sappiamo che non ha limiti, avendo a disposizione un "parco vacche" da mungere che, tra concertazioni e promesse mai mantenute, non reagisce, incassa e -come unica reazione- talvolta si trasferisce sul cosiddetto sommerso.
Tra questi grandi numeri e puzza di nuove tasse all'orizzonte, ci viene in mente una cosa da piccoli numeri, follie quotidiane di come l'azienda Fs si rapporta con gli utenti: un signore ci ha segnalato che la sua piccola stazione ferroviaria non ha piu' la biglietteria e che i biglietti si possono comprare solo in tabaccheria (che ha orari da esercizio commerciale, quindi limitati rispetto al servizio ferroviario), e quando sale sul treno senza biglietto, pur avvisando il bigliettaio, grazie al nuovo regolamento, invece di pagare la sua corsa 2.200 lire, gli vengono chieste 5.000 lire.
Con quale spirito il signore che ci ha scritto accetterebbe una nuova tassa per migliorare il servizio Fs, se sulle sue tasche vive gia' l'ingiustizia, la furberia e il disservizio di quello che oggi gli viene offerto, e su cui, stante il monopolio, non ha alternative?
I grandi numeri vanno sempre rapportati ai piccoli per capire cosa realmente succede, cosa si e' in grado di fare, e come l'utente recepisce il servizio. Quando questo non succede vuol dire che manca la liberta' economica, e che lo Stato e' centralizzatore, monopolista e autoritario.
 
 
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