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BIMBO INDESIDERATO ASSASSINATO
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Comunicato 
19 gennaio 2001 0:00
 


LA COLPA E' DI CHI MANTIENE DIFFICILE IL RICORSO ALL'ABORTO E COMPLICATO L'USO DELLA PILLOLA DEL GIORNO DOPO. IL MINISTERO DELLA SANITA' POTREBBE INTERVENIRE SE VOLESSE, QUANTOMENO PER RIMUOVERE ALCUNE DIFFICOLTA' CHE PORTANO AL DRAMMA COME QUELLO DELLA QUINDICENNE DI ROMA.

Firenze, 19 Gennaio 2001. Una ragazza di 15 anni, abitante a Roma, avrebbe ucciso il proprio bimbo appena nato, buttandolo in un cassonetto della spazzatura.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
E' colpa di questa ragazza, o della mamma che l'avrebbe aiutata nell'azione scellerata? Leggeremo fior di opinioni e valutazioni, molte di coloro che, mettendo al primo posto l'obbligo per chiunque di seguire un'ideologia di vita. E' bene che questo confronto ci sia, perche' non fa mai male, specialmente se, alla fine, ognuno potesse liberamente essere se stesso.
Ma questo "potesse" crediamo che continuera' ad essere tale, perche' essere se stessi non e' consentito, grazie a leggi e nome che privilegiano un'ideologia. Una logica autoritaria del diritto che ha portato all'assassinio del bimbo.
E' la logica della possibilita' di abortire solo nelle strutture pubbliche e solo se c'e' un medico che certifica l'instabilita' fisica o psichica che una donna avrebbe dal continuare la gravidanza indesiderata. E' la logica di interruzioni di gravidanza praticate solo con metodi (aspirazione Karman) che presuppongo l'ospedalizzazione di chi vi ricorre, e che fa orecchie da mercante a metodi meno traumatici e gia' sperimentati e in uso in diversi Paesi europei e in Usa (la pillola RU486). E' la logica della mancanza sul mercato, fino allo scorso novembre, della pillola del giorno dopo, e la sua vendita -oggi- solo dietro presentazione di ricetta medica (in Francia e Gran Bretagna, viene venduta senza ricetta anche a donne minorenni).
E' la logica che porta una ragazza disperata, come la nostra quindicenne, a non poter usare la pillola del giorno dopo (quando e' rimasta incinta, pur se con la ricetta, non c'era sul mercato), e a non ricorrere all'aborto pur in presenza di una gravidanza indesiderata, che' l'ha portata al tremendo gesto estremo dell'assassinio.
Che ognun rifletta, e soprattutto il ministro della Sanita', che continua a mantenere l'assurda norma della ricetta per l'acquisto della pillola del giorno dopo, e non introduce la pillola abortiva RU486. Il ministro Veronesi, se volesse, potrebbe intervenire su questi due aspetti, perche' e' solo questione di volonta' ministeriale, in quanto non c'e' da cambiare alcuna legge. E riflettano tutti quei legislatori che in nome della loro ideologia o della loro ragion di Stato, fanno si' che il ricorso all'interruzione della gravidanza sia ancora difficile: il bimbo ammazzato a Roma, e' colpa anche loro.
 
 
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