Nonostante le dichiarazioni di compiacimento del sottosegretario al Welfare Francesca Martini, e al Turismo, Michela Brambilla, le nuove norme di Trenitalia per far viaggiare i cani sui treni sono un passo indietro sulla strada della civilta' e dei servizi al cittadino.
Una premessa e' fondamentale per capire il gioco sporco di Trenitalia e come ci sono cascate le nostre autorita'. Nei mesi scorsi e' stato creato un caso inesistente: i cani che sporcano i treni. Una cimice (che e' presente solo sugli umani e non su cani e gatti) trovata su un treno e' stata trasformata in zecca e su questo e' partito il divieto assoluto per i cani, poi sospeso grazie all'intervento del sottosegretario Martini. Il risultato oggi ottenuto da Trenitalia e' del tipo
"chiedi l'assurdo e poi si accontenteranno di qualunque norma sia un po' meno dell'assurdo".
Le norme oggi approvate sono infatti un arretramento rispetto alla situazione precedente, gia' carente,
e una sorta di cortina fumogena che Trenitalia ha lanciato per coprire le proprie inadempienze e inadeguatezze per tenere pulite le vetture.
I cani (tranne quelli micro) continueranno -assurdamente- a non poter viaggiare sugli Eurostar, mentre sugli altri treni ci sono nuove restrizioni (solo nell'ultimo scompartimento o negli ultimi sei posti delle carrozze a salone, solo nelle piattaforme per i regionali con l'inibizione in orario 7-9 feriale) che limitano moltissimo il servizio. Altra novita' restrittiva riguarda le cosiddette razze pericolose:
per loro il treno non esistera' piu', anche se come gli altri cani saranno con guinzaglio e museruola. La lista dei "cani pericolosi" potrebbe anche non esistere piu' in futuro, ma ora c'e' e non si sa, a parte le dichiarazioni, se verra' soppressa o meno.
Una retromarcia, quindi. Quando i servizi di pubblica utilita' (e in monopolio) non vengono incontro alle maturate esigenze dei cittadini (sono sempre piu' numerose le persone con animali domestici) e non ne favoriscono lo sviluppo,
siamo di fronte ad una violazione del diritto alla mobilita' delle persone. Grazie Trenitalia, grazie sottosegretario Martini: ci siamo sbagliati nel valutare il vostro impegno, per voi e' solo importante mettere "una pezza" sulle incapacita' del servizio pubblico monopolista.