Firenze, 7 Agosto 2004. A chi si era visto arrivare bollette stratosferiche per impropri collegamenti a numeri a pagamento per Internet e non solo, la Telecom consigliava e continua a consigliare di pagare parzialmente la bolletta auto-decurtandosi il consumo ritenuto anomalo e di depositare una denuncia contro ignoti alla Polizia postale.
Vediamo cosa e' successo, costa sta succedendo e cosa succedera' a chi ha seguito questi consigli.
Cosa e' successo. A non pochi utenti, dopo il consiglio, l'elargitore dello stesso aveva poi provveduto alla richiesta della differenza non pagata con l'aggiunta di interessi e more, minacciando anche il distacco della linea; che quando e' avvenuto (talvolta anche senza preavviso), per il riallaccio il malcapitato ha dovuto pagare le spese ex-novo dell'occasione.
Cosa sta succedendo. In questi giorni, anche a utenti che avevano seguito questi consigli piu' di un anno fa, sta arrivando una lettera della Telecom in cui la stessa invita a comunicare se, in esito alle indagini svolte sulla base della denuncia presentata, l'autorita' giudiziaria abbia disposto il rinvio a giudizio degli imputati per l'accertata frode. "Come noto -dice questa lettera- ai sensi della normativa vigente gli atti con i quali l'autorita' Giudiziaria procede al rinvio a giudizio, le vengono notificati in qualita' di persona offesa del reato".
Cosa succedera'. Gli "imputati di accertata frode" (come dice Telecom nella lettera di cui sopra) sono nella maggiorparte dei casi ignoti, oppure con domicili in localita' tipo Papuasia, isoletta/Stato dei Carabi o del Pacifico. E non ci risulta che lo status di "ignoto" nel frattempo sia cambiato per alcuno, oppure che la "giustizia postale" italiana sia arrivata in Papuasia, etc.. E quand'anche fosse arrivata, la richiesta di Telecom di informarsi sullo stato dei fatti e' solo fumo negli occhi per accreditare il proprio presunto interessamento dalla parte dell'utente oltre ad una perdita di tempo per l'utente stesso, perche' se le indagini fossero terminate il denunciante ne avrebbe avuto notifica, e sulle indagini in corso non si possono avere informazioni.
Questo vuol dire che la prossima comunicazione di Telecom a questi utenti sara' la richiesta del pagamento di quanto era stato decurtato, gravato ovviamente di interessi e more, pena il distacco della linea.
Che si sarebbe arrivati a questo punto,
Telecom lo sapeva benissimo, ma
ha voluto giocare la parte buonista pro-consumatore, si' da incassare senza ombra di dubbio. E per chi ci e' cascato, purtroppo non resta che pagare il dovuto, in quanto la responsabilita' di quanto accaduto, con la denuncia, se l'e' assunta lui.
Noi abbiamo sempre sconsigliato di seguire i consigli di Telecom, perche' avevamo intuito che non poteva che concludersi in questo modo (una denuncia contro ignoti che magari stanno in Papuasia .. oh via!!!). E abbiamo consigliato:
1) Non presentare la denuncia, per non assumersi la responsabilita' dell'accaduto (simili bollette sono arrivate anche a chi non aveva collegamenti a Internet), ma
far rilevare a Telecom che si trattava di immissioni esterne sulla SUA linea, di SUA PROPRIETA' e che quindi il problema doveva sbrogliarselo Telecom, presentando magari lei denuncia alla Polizia Postale;
2) pagare le bollette esose e
intimare con raccomandata A/R a Telecom il rimborso entro 15 giorni, minacciando in alternativa le vie legali: meglio essere creditori e con la linea attaccata, che non debitori e, in balia delle decisioni di Telecom (che fa solo i suoi interessi e non quelli degli utenti), con molta probabilita' vedersi distaccata la linea, magari l'unica che si ha e su cui si lavora, pagando quindi il dovuto piu' more, interessi e nuove spese per il riallaccio.
Chi ha seguito le nostre istruzioni ha avuto il rimborso o ha ancora la contesa aperta, e comunque non ha dovuto rinunciare al telefono per un periodo o spendere soldi per riaverlo. Mentre chi ha seguito i consigli di Telecom e' nella situazione di cui sopra, con il molto probabile prosieguo che abbiamo ipotizzato senza neanche grandi sforzi di fantasia persecutoria.
Ora, purtroppo, i nostri consigli valgono solo per il futuro. A questo indirizzo c'e' un fac-simile per la messa in mora della Telecom:
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Vincenzo Donvito, presidente Aduc