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Diritto aborto. Pontedera chiama Kabul. Reato? Cambiare la legge
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Comunicato di Redazione
14 maggio 2022 12:32
 
 Scegliere di abortire è diritto dal 1978, spetta alla donna decidere, e le istituzioni devono consentirne l’esercizio. Sembra che così, però, non la pensino a Pontedera (Pisa): l’Ausl Toscana (1) Nord Ovest ha incaricato una ginecologa obiettrice di coscienza per coordinare operativamente il personale (2).
C’è quindi chi vorrebbe negare l’esercizio di questo diritto, considerando la legge al pari di dettame religioso (3), strumento di credenze/ideologie.
Questa Ausl è stata in passato pioniera del miglior metodo per l’interruzione di gravidanza, la pillola RU486, ma evidentemente i tempi passano e il vento antiabortista che arriva dagli Usa lambisce anche l’Arno.

Non siamo in Afghanistan dove la legge segue i dettami della “sharia” (reato=peccato) e le donne sono costrette a circolare col burqa (4). Ma l’Ausl di questa cittadina toscana invece ha deciso di chiamare Kabul… non perché (crediamo) siano “avamposto dei talebani”, ma superficiali ed incoscienti:
Sollevato mediaticamente il problema nei giorni scorsi, la cronaca di un quotidiano locale, riporta la reazione dell’Ausl: “la nomina della dottoressa è il risultato di una regolare selezione per titoli e colloquio dove è risultata prima grazie anche ai numerosi titoli”; “Siamo certi che la dottoressa sarà garante di tutti i diritti indipendentemente dalle sue scelte personali”.
Una sorta di incomprensibile delirio di democrazia e garantismo con, di fatto, apertura a negazione del diritto ad abortire. L’obiezione di coscienza non è un’opzione della busta paga, ma determinazione a non fare e favorire quanto contrario ai propri convincimenti, quindi non partecipare a quanto consente l’esercizio del diritto ad abortire nella struttura di cui è dirigente la nostra ginecologa. L’Ausl, quindi, dovrebbe rifiutare l’assunzione di questa obiettrice di coscienza.

Per capire meglio: forse a coordinare le vaccinazioni anti-covid le Ausl ci mettono medici anti-vax? No. Questi medici fanno altro che non ha a che fare coi vaccini.

Perché non è così per l’aborto? Il non impiego di medici obiettori di coscienza in strutture che applicano il diritto ad abortire sarebbe una conseguenza logica, ma visto l’andazzo di ospedali e regioni inadempienti perché pieni di medici obiettori (2), sarebbe opportuno che il legislatore modificasse la legge e chiarisse questo aspetto.

Intanto siamo in presenza di un’inadempienza pubblica, con l’aggravante della consapevolezza ché altrimenti non potrebbe essere. Quindi: premeditazione. Quindi: reato.
Motivo per cui è necessario che intervenga l’assessorato regionale alla Salute. In caso di stallo, procederemo con denuncia penale.

Per denunciare questa incresciosa situazione, lunedì 16 maggio alle ore 10,30 a Pontedera è prevista una iniziativa di varie associazioni


1 - regione non tra le peggiori nell’applicazione della legge, tranne Massa, Pisa e Versilia. Qui l’indagine nazionale dell’associazione Coscioni “Aborto al Sicuro”
2 - responsabile dell’Unità Funzionale Consultoriale della Valdera
3 – spesso, come accade per i partiti che dicono di essere contrari a questo diritto, è anche pretesto per, secondo loro, catturare più voti.
4 - “ironia” delle ideologie, in Afghanistan l’aborto è, a suo modo, legale
 
 
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