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Pagamenti elettronici/Pos. Obbligo ok, ma perché deve pagare il consumatore?
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Comunicato di François-Marie Arouet
15 aprile 2022 12:16
 
 Nel decreto legge approvato nella serata di ieri dal consiglio dei Ministri ha trovato posto anche la conferma dell’anticipo dell’entrata in vigore della doppia multa (30 euro di ammenda fissa maggiorata del 4% calcolato sul valore della transazione negata) per negozianti e professionisti che non accettano pagamenti elettronici tramite Pos: sarà in vigore a partire dal 30 giugno 2022 e non dal 1 gennaio 2023 come previsto in precedenza.
Ogni iniziativa per contrastare l’evasione fiscale è benvenuta, ma ci lascia perplessi se questo contrasto lo devono pagare solo i consumatori.
Le transazioni tramite pos non sono gratuite per commercianti e professionisti ché si vedono decurtare una percentuale da parte dell’istituto di credito che presta loro il servizio. Di conseguenza, siccome i loro servizi non hanno prezzi imposti dallo Stato, il costo degli stessi aumenterà per il consumatore. Si dirà: già oggi il pagamento Pos è diffuso e questo non ha comportato nessun individuabile aumento specifico. A parte che non ci risultano dati particolari su queste transazioni e che fino ad oggi è raro vedere pagamenti pos per piccoli importi di quotidiani consumi (un giornale, un caffé, per esempio), è facile prevedere che con l’obbligo di accettarli saranno di più i consumatori che li useranno… e un caffè o un giornale con x% da devolvere all’istituto di credito ed elaborare in maniera più articolata nella contabilità, considerando le grandi qualità di queste transazioni, entrano in gioco importi non secondari per i commercianti. Il primo riflesso sarà l’aumento del prezzo di vendita del servizio.

Il nostro ragionamento è semplice: giusto il contrasto e la prevenzione contro l’evasione, ma il costo dovrebbe essere a carico dello Stato (1) e non dei commercianti o consumatori o istituti di credito, tutti soggetti di per sé privati che già contribuiscono fiscalmente per le proprie attività. Metodo che invoglierebbe tutti i tre attori del procedimento a collaborare ed incentivare e non a penalizzare l’anello finale della catena (il consumatore) o, peggio, incrementare sistemi di evasione come il cosiddetto “nero”.


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