Roma, 6 Dicembre 1999. Conoscere per deliberare diceva un venerato economista. E noi concordiamo -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc. Dunque nella scelta dell'olio extravergine, del quale in questi giorni se ne celebrano i fasti, cioe' la vendita della spremitura 1999, occorre guardare attentamente l'etichetta. Ci sono alcune indicazioni di legge come la data entro la quale e' consigliabile il consumo, il luogo di confezionamento, la quantita' e la denominazione merceologica. Ma questo non garantisce la qualita' del prodotto italiano. Lungi da noi l'approccio nazionalistico ma dopo lo scherzo della Comunita' europea, che ha vietato le etichette "Prodotto in Italia", che significava oliva coltivata, raccolta, macinata e imbottigliata (confezionata) nel nostro Paese, la diffidenza per un prodotto il cui prezzo va dalle 8 alle 30mila lire appare piu' che giustificato. Consigliamo quindi di scegliere bottiglie le cui etichette riportano anche varieta' della pianta (cultivar), luogo di produzione e modalita' di raccolta, sistema di macinazione, luogo di imbottigliamento (confezione), l'acidita' e la composizione. I sapori mediterranei, decantati nella pubblicita' di alcuni oli, significano che il prodotto e' confezionato in Italia ma la provenienza e', appunto, mediterranea (Spagna, Turchia, Paesi nordafricani).