Alle 11.30 di stamattina sul marciapiedi di Viale Amendola a Firenze c’era una novità: una
fonte di acqua zampillava dal marciapiedi, probabilmente dalla notte. Chiamo la polizia municipale, che gira la segnalazione a Publiacqua.
Passa un’ora, ripasso da lì e la fontanella c’è ancora, con fiotto più consistente. Non si vede traccia di intervento umano, nessun operaio, nessun cartello, nessuna transenna. Chiamo direttamente il numero emergenze guasti e perdite di Publiacqua che mi rassicura che la perdita è già stata segnalata. Bene.
Ripasso alle 15.30, ancora niente. Il tombino non riesce più a smaltire l’acqua,
su marciapiedi e asfalto c’e’ un lago e l’acqua in alcuni punti raggiunge i
dieci centimetri. La fontanella zampilla allegra e sempre più consistente.
Candidamente mi domando quando Publiacqua interverrà. Evidentemente stamattina c’erano altre priorità, che si sono prolungate nel pomeriggio e che al momento in cui scrivo ancora impegnano i tecnici Publiacqua.
E' una storia che si ripete:
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16 gennaio 2017 intervento urgente in
Via Reginaldo Giuliani;
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9 gennaio 2017 perdita in
piazza Frescobaldi, quattro giorni in attesa di un intervento;
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9 novembre 2016 piazza Muratori, rottura delle tubazioni;
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7 novembre 2016 rottura di un tubo in v
ia Mazzoni/via Bini;
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24 ottobre 2016 rottura di tubo in
via dei Cappuccini
tanto per citare gli ultimi accadimenti, nemmeno in modo esaustivo.
Le
condizioni della rete idrica fiorentina sono disastrose, ce lo ricorda il
recente crollo del Lungarno Torrigiani, a seguito del quale perfino la
Procura della Repubblica di Firenze ha alzato bandiera bianca
chiedendo l’archiviazione non già perché non c’era reato, ma perché
non riusciva a venire a capo delle responsabilità, risultato di "
una sommatoria di decisioni e provvedimenti a carico di più soggetti istituzionali competenti: decisioni e provvedimenti che si estendono in un orizzonte di tempo pluriennale con livelli di responsabilità diverse e diffuse". Richiesta di archiviazione che abbiamo
criticato duramente e che
contiene una inquietante premonizione: quel
colabrodo di rete idrica fiorentina tornerà a colpire perché è in condizioni tali che vi è il rischio di altri
simili cedimenti, con pericolo per la pubblica incolumità.
L’acquedotto
perde circa il 36% dell’acqua che trasporta e – scrivono i pubblici ministeri "
alle condizioni attuali di gestione del servizio e alla luce della legislazione vigente, ogni investimento nella manutenzione straordinaria e nel miglioramento della rete idrica deve trovare la sua copertura esclusivamente nelle tariffe applicate all'utenza e quindi solo se venissero applicati incrementi - anche esorbitanti - delle tariffe stesse".
E quindi ci poniamo delle domande.
Chi preserva l’incolumità pubblica? Chi preserva gli edifici e i loro proprietari dai danni che simili perdite possono causare alle fondamenta degli immobili? Chi preserva le tasche dei cittadini?
Chi pagherà queste perdite, i relativi danni e la manutenzione della rete idrica?
Sempre Pantalone.