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Rimedi per rincari bollette energia e benzina. No allo statalismo. Sì ad incentivare consumi e imprese
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Comunicato di François-Marie Arouet
14 marzo 2022 14:38
 
 Il nostro governo ha presentato a Bruxelles un piano per stabilire un tetto massimo di 80 euro a megawattora per il prezzo del gas in tutta l’Ue, ma Bruxelles non sembra d’accordo, perché i Paesi fornitori potrebbero vendere a prezzi più alti ad altri loro clienti tipo Spagna, Francia e Germania. Mario Draghi quindi ipotizza di far salire il limite a 100 euro a megawattora sull’importazione di gas nel primo mese, 90 nel secondo e 80 nel terzo. E’ prevista anche una tassa sugli extra profitti delle società del settore, soldi che poi servirebbero per ridurre il costo delle bollette. E tra le ipotesi, c’è anche un taglio delle accise su benzina e gasolio per avere un risparmio immediato del 10%.

Iniziative che non sembrano essere il massimo del libero mercato che, ancora, vige nel nostro Paese e nell’Unione europea.
Per quanto riguarda il gas, l’ipotesi di una tassa sugli extra profitti è in contraddizione con la libertà d’impresa. Perché penalizzare chi guadagna, anche in considerazione che questi cosiddetti extra guadagni non sono al netto di spese che sono uguali al periodo precedente gli aumenti. Penalizzazione gli extra guadagni che minerebbe anche la possibilità di aumenti salariali a chi è anche consumatore finale e, di conseguenza, recettore principale di ogni forma di aumento. Sembra proprio un provvedimento “prendi da una parte, dai ad un’altra e penalizza tutti”.
Altrettanto per i carburanti. Perché una riduzione della componenti fiscale (più del 55% del prezzo alla pompa) di solo il 10%, a fronte di aumenti ben oltre questa percentuale? Perché non un congelamento totale di tutte le accise, considerando che la spinta economica che ne deriverebbe in consumi e imprenditorialità potrebbe ampiamente compensare i minori e temporanei introiti del Fisco?

Quando c’è emergenza, è bene ricordare e fare calcoli e studi e provvedimenti considerando che un Paese libero e con libero mercato, in occasioni del genere, ha bisogno di dare fiducia a consumi e produzione e non ingabbiare entrambi nella morsa del protezionismo statale.

 
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