testata ADUC
TELECOM RE MIDA
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
20 gennaio 2001 0:00
 


DOVE METTE LE MANI, TUTTO SI TRASFORMA IN ORO.
DELIRI DI ONNIPOTENZA DEL CAPITALISMO ITALIANO ASSISTITO E INDOTTO DAL POTERE POLITICO, NON DALLA CAPACITA' DI CONFRONTARSI CON CONSUMATORI E MERCATO.

Firenze, 20 gennaio 2001. Durante il convegno "Le telecomunicazioni nella nuova economia: le prospettive per l'Italia", che si e' tenuto oggi a Pisa, Rocco Sabelli, direttore di Telecom Italia Wireline Services (la divisione di rete fissa del gruppo Telecom), e' intervenuto elogiando la funzione dell'Italia nel campo delle Telecomunicazioni che, secondo lui, sarebbero all'avanguardia in tutti i settori rispetto al resto del mondo, ma con un neo, quello della televisione, dove -sempre a suo dire- non terrebbe il passo con lo sviluppo di tutto il settore.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Si potrebbe dire che Telecom, dai suoi stessi gestori e amministratori, viene vissuta come una sorta di Re Mida, che' qualunque cosa tocca diventa oro, altrimenti ci si deve accontentare del grigiume di metalli piu' poveri. Perche', quanto detto da Rocco Sabelli, pochi giorni dopo la bocciatura dell'Autorita' delle Telecomunicazioni per l'accordo Seat-Tmc, e in presenza di opinioni diffuse che prevedono altrettanta bocciatura da parte dell'Autorita' Antitrust, un simile intervento non puo' essere letto altrimenti: aver bloccato/rimandato l'ingresso di Telecom nel settore televisivo, e' un'onta nazionale! Pronunciato in una sede prestigiosa come quella del convegno (Scuola Superiore S.Anna di Pisa) con autorevoli presenze a livello del presidente del Consiglio Giuliano Amato, del ministro dell'Industria Enrico Letta, fino allo stesso presidente dell'Autorita' Tlc, Enzo Cheli (che viene, per l'occasione, indirettamente fustigato per essere responsabile di questo blocco dell'avanguardia italiana), e' sicuramente un invito perche' chi ha orecchie per intendere, sappia farlo.
Certamente la Telecom e' un'azienda che e' quasi completamente privata (pur col 4% di azioni del Tesoro, con tanto di golden share), ma non si puo' dire che i suoi metodi siano da competizione economica dove vince il migliore (cioe' quello che, tra varie opzioni, viene scelto dai consumatori), in quanto il delirio di onnipotenza del direttore della Wireline Services e' indirizzato al potere politico, perche', per il bene nazionale, agisca di conseguenza elargendo privilegi alla sua azienda (cosi' come, per esempio, ha fatto col regalo della rete della telefonia fissa).
E' il capitalismo italiano, dove si grida allo scandalo quando qualcuno fa rispettare le leggi (la sentenza dell'Autorita' Tlc su Seat-Tmc), e dove si elogia pubblicamente la necessita' di violazione delle stesse, ovviamente per il bene nazionale.
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS