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Tributi locali: le novita' del federalismo fiscale. Nuova scheda pratica
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Comunicato 
16 aprile 2011 12:02
 
 E' stata pubblicata una nuova scheda pratica dell'Aduc: “Tributi locali: le novita' del federalismo fiscale”. A cura di Rita Sabelli, responsabile aggiornamento normativo dell'associazione. Segue la presentazione:

Il percorso di realizzazione del progetto di "federalismo fiscale" dell'attuale governo ha inizio con la legge delega 42/2009 a cui debbono seguire otto decreti attuativi.
I primi entrati in vigore hanno avuto per oggetto il "federalismo demaniale" (attribuzione gratuita di beni statali agli enti locali, d.lgs. 85/2010), "Roma capitale" (passaggio da semplice comune a nuovo ente territoriale dotato di una speciale autonomia, d.lgs.156/2010), e i "fabbisogni standard" (nuovi criteri per stabilire il fabbisogno economico dei comuni, d.lgs.216/2010).

Il quarto in ordine di tempo si occupa di "federalismo municipale", e riforma la fiscalita' comunale secondo il principio cardine della legge delega, che e' quello di rendere del tutto indipendenti, economicamente parlando, gli enti locali.
Viene quindi dettagliato il passaggio da una finanza derivata -dove lo Stato trasferisce soldi agli enti locali- ad una finanza autonoma, con riscossione diretta di tributi propri.

Con questo intento il decreto (d.lgs.23/2011 entrato in vigore il 7/4/2011) assicura ai comuni parte del gettito di imposte nazionali che gravano sugli immobili posti nel loro territorio, istituisce nuove tasse comunali che sostituiranno, a partire dal 2014, gli attuali tributi comunali (come ICI, Tosap, etc.) ed introduce -dal 2011- una nuova ed alternativa forma di tassazione per i redditi da locazione di immobili ad uso abitativo (la "cedolare secca"), che affluisce in parte, e forse totalmente dal 2014, ai comuni ove l'immobile si trova. Vengono inoltre inasprite le norme applicabili in caso di emersione di affitti in nero.

Premesso tutto cio', va detto che il decreto stabilisce esplicitamente che l'attuazione delle nuove disposizioni NON deve comportare alcun aumento del prelievo fiscale complessivo a carico dei contribuenti (art.12 comma 2).

I comuni che si trovano nelle regioni a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Val d'Aosta, Trentino e Friuli V.G.) devono perseguire gli obiettivi del federalismo fiscale stabilendo, nel rispetto dei propri statuti, regole proprie da sottoporre poi al Governo al fine di armonizzarle con i principi nazionali.

Tra i quattro successivi decreti che dovrebbero completare la riforma, decreti attualmente in bozza, c'e' anche quello che sancira' l'autonomia tributaria di Regioni e Province.
A parte dovra' arrivare anche un decreto legislativo che istituisca le cosiddette "citta' metropolitane" e ne disciplini l'autonomia fiscale, stabilendo per esse tributi propri, anche diversi da quelli dei comuni.

Qui la scheda pratica completa

 
 
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