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Condono: dura da 700 anni
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Editoriale di Primo Mastrantoni
15 settembre 2003 0:00
 
Che i condoni rappresentino la negazione dello Stato di diritto e' indubbio, e premiare i furbi a scapito degli onesti e' una cosa che fa ribollire il sangue. L'indignazione che sale e' piu' che giusta ma deve fare i conti con una tradizione storica che dura da 700 anni, da quando cioe' nel 1300 Bonifacio VIII indisse il primo Giubileo. La parola giubileo sta appunto ad indicare condono, in questo caso condono dai peccati previo esborso di denaro. Questa ricorrenza si "festeggia" da secoli e i tempi intercorrenti tra l'uno e l'altro Giubileo sono stati sempre piu' abbreviati: oggi si celebrano ogni 25 anni. Per la ricorrenza di quello del 2000, lo Stato italiano (cioe' noi) ha dato un contributo di circa 6.000 miliardi di lire e si e' accollato il 50% delle spese (40 miliardi) per la costruzione del parcheggio del Gianicolo, in territorio Vaticano. Molti ricorderanno che la compravendita delle indulgenze fu la miccia che accese la riforma luterana e, successivamente, la controriforma cattolica. E' insita quindi nella nostra "cultura" l'idea che, prima o poi, a remissione delle nostre colpe (tributarie, previdenziali, assicurative ed edilizie) arrivi un provvedimento di clemenza, piu' o meno oneroso. Giusto quindi che si levino grida di dolore per il diritto infranto (non possiamo che concordare), ricordando pero' che solo negli ultimi trent'anni di condoni vari ce ne sono stai una quindicina e che quello edilizio del 1985 era stato sostenuto da un'area politica esattamente opposta a quella che lo promosse nel 1994. Rassegnarsi? No di certo, ma cosa si fa nei confronti dei Sindaci che in questi anni hanno consentito gli abusi edilizi? Non sono loro, di qualunque estrazione politica, i responsabili primi del controllo del territorio?
 
 
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