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Due tra i fantasmi del 2001
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Editoriale 
1 gennaio 2001 0:00
 
Mi sono fatto prendere anch'io dallo spirito millenaristico che -per fortuna- e' meno "cloachico" di quello dell'anno scorso quando ci hanno voluto far credere che stavamo entrando nel nuovo millennio (come 2 + 2 che fa 5), e quindi ballando meno sui cerchi del numero 2000 come atto presunto liberatorio di ogni freno inibitore, faccio solo due riflessioni: su due fantasmi che nel 2001, rispetto al 2000, saranno sempre meno tali, perche' su di essi vertera' gran parte del confronto, della discussione e dello scontro.

Sto parlando del software open source e dei consumatori.

Il primo -il software open source- e' quel software che, gia' nel suo codice sorgente (i comandi e le istruzioni di base che vengono impartiti al computer, e che vengono tenuti segreti dalle aziende che distribuiscono software, perche' e' come se fossero il cervello di un programma), puo' essere usato gratuitamente, copiato, distribuito.
Il secondo -il consumatore- e' colui che usufruisce di beni e servizi per soddisfare i propri bisogni.

Appare evidente che la diffusione del software open source e' una minaccia per aziende come Microsoft (che ha la quasi totalita' del mercato), ma nello stesso tempo puo' essere interessante per sviluppare la informatizzazione della nostra vita (pubblica e privata) con impegni economici non piu' ostativi (si pensi a quanto costi per un pubblico ufficio l'aggiornamento continuo che Microsoft -quasi ovunque l'unica casa di software utilizzata- fa dei suoi programmi: acquisto degli stessi, aggiornamento del personale, adattamento hardware dei computer, etc..). Quindi tra far guadagnare un numero ristretto di aziende (per quanto brave e meritevoli possano essere) e facilitare lo sviluppo informatico di tutta la comunita', e' evidente che e' preferibile scegliere la seconda ipotesi.
Senza spirito collettivistico e demagogia su valori popolari superiori a quelli del singolo. Anzi. Si tratta solo di spostare il giusto lucro dal campo delle idee che servono all'evoluzione di tutti (e in cui dovrebbe pagare la gloria) a quello delle applicazioni. Che e' proprio quello che hanno fatto il presidente Usa Bill Clinton e il primo ministro britannico Tony Blair, quando nel giugno 2000 hanno annunciato al mondo che era stata completata la prima mappatura generale del Dna umano, e che questa decodifica del genoma umano era di tale portata scientifica che non avrebbe mai potuto essere assoggettata ad alcun brevetto.
Lo sviluppo del software open source, e' quindi una sorta di scommessa col futuro della liberta' dell'individuo consumatore, per far si' che non sviluppi la "nuova" figura di suddito grazie alle alte tecnologie, ma che queste ultime siano lo strumento per la liberta' del consumatore.

Pero' tutto questo deve fare i conti con la politica.

Ed eccoci quindi al secondo fantasma, il consumatore. Una figura e una parola che sono diventati di uso corrente nei programmi e nel linguaggio della politica e dell'economia italiana. Proprio in questi giorni, con la vicenda degli interessi usurai sui mutui bancari, non c'e' giorno che il consumatore non sia nell'occhio e nei progetti di ognuno, ma ..... non potevamo dimenticarci di vivere nel Belpaese, quello delle Malpense che sequestrano i passeggeri per 20 centimetri di neve, delle privatizzazioni dell'economia dove lo Stato gestisce sempre lui con il nuovo nome di spa, e delle usuranti banche benedette da Stato e Governo.
Grazie a questo "dna" che all'estero viene usato per beffeggiarci ("gli italiani non sono affidabili") e che in patria serve per segnare drammaticamente la vita del disperato cittadino/consumatore sia nei rapporti privati che in quelli pubblici ... grazie a questo, si sta facendo avanti il "partito dei consumatori", che non e' il partito di tutti i 54 milioni di italiani (una contraddizione anche in termini, perche' come si fa ad esser parte nel rappresentare tutti?) che ingenuamente verrebbe da capire, ma e' semplicemente che un sistema vorace di controllo del tutto, venuti meno i cittadini -e in parte anche i lavoratori- per esser tale si sta spostando sul nuovo soggetto emergente della vita civica, il consumatore. Stessi metodi, stesse finalita', stessa progettualita', stessa blandizie, stesse catene di quando i partiti e i sindacati erano tutto, perche' senza di loro non si poteva vivere. C'e' anche una legge, quella del 1998 sul cosiddetto diritto al consumo, dove, invece di riconoscere l'individuo consumatore come portatore di diritto, ha dato questo riconoscimento alle associazioni di consumatori, che dovrebbero diventare il tramite obbligatorio per far valere i diritti del singolo. Ma questa legge non bastava, per cui, agli albori del 2001 ecco il "partito dei consumatori", per meglio far quadrare il cerchio, ed evitare che niente sfugga dal controllo.
E' chiaro che qui se ne parla perche' ogni lettore ne diffidi, e continui ad essere consumatore indipendentemente da una presunta parte giusta, e chiedendo che sia rispettato e affermato il suo diritto a consumare, non a governare o amministrare.

Eccoli, i due fantasmi del 2001: seguiamoli insieme con attenzione, perche' su di essi si gioca una buona parte del nostro futuro.
(Vincenzo Donvito)

 
 
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