Istat ha diffuso alcuni dati del cosiddetto Conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società.
Ne è emerso, in confronto al trimestre precedente, oltre ai dati negativi della Pubblica Amministrazione, che il reddito delle famiglie è aumentato del 3,2%, i consumi sono cresciuti dello 0,6%, la propensione al risparmio è al 7,6% con una crescita di 2,3 punti, e che il potere d'acquisto, sempre delle famiglie è aumentato del 3,1%.
L’economia familiare ha messo il turbo? Questi dati vanno letti e confrontati non solo con l’inflazione che rimane sempre alta (6,4% a giugno), ma anche con quel carrello della spesa che ci indica che si spende di più e si compra meno. Preoccupazione che ha fatto sì che la Banca Centrale Europea (Bce) per farvi fronte ha deciso di aumentare i tassi d’interesse, sì che i consumatori possano risparmiare di più, acquistare meno e, a fronte di una bassa domanda, l’offerta dovrebbe calare con conseguente calo dell'inflazione.
Se ne può dedurre che la confidenza e il sentimento economico delle famiglie è positivo a fronte di una situazione incerta e indefinita. Oggi si riesce a sopravvivere e ci arrangiamo, ma in prospettiva la situazione dovrebbe peggiorare e sono necessari provvedimenti radicali come quello della Bce.
Quel che accade oggi è anche perché le spese energetiche contribuiscono poco, vista la stagione, al nostro quotidiano. Mentre siamo ancora sotto l’effetto narcotico di molti bonus che mettono cerotti ma non indirizzano a soluzioni, con l’aggiunta di aggravare le spese dello Stato senza nessun ritorno produttivo ed occupazionale.
Godiamoci l’attuale oasi, una sorta di calma prima della tempesta. Con la consapevolezza che non può durare a lungo. Se non ci sono provvedimenti, anche a livello nazionale, che facciano ripartire insieme consumi e occupazione, non si può continuare a vivere di bonus e alta fiscalità.
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