“Piove, governo ladro”? Non proprio, visto che gli aumenti dei prezzi non vengono da fenomeni cosiddetti naturali (la pioggia), ma da dinamiche economiche dovute a scelte politiche. E la politica la fa il governo.
L’inflazione - stime Istat di giugno - pur se rispetto a maggio è qualche punticino in meno, è sempre a livelli molto alti rispetto all’anno scorso. E considerato che gli stipendi non registrano aumenti, siamo sempre in situazione di allarme. A cui aggiungiamo, proprio di oggi, uno studio di Bankitalia che ci conferma una presunta ovvietà, l’inflazione è più alta per chi ha meno reddito, perché i prodotti che aumentano di più sono quelli più consumati dai meno abbienti.
Questo accade per quanto è successo sul mercato energetico e soprattutto dopo l’invasione russa dell’Ucraina…. le cui conseguenze sul mercato del gas, però, sono più che rientrate: i prezzi sono anche 10 volte più bassi di quando qualche mese fa li abbiamo visti schizzare in alto. Le quotazioni del gas al mercato all’ingrosso di Amsterdam (a cui tutti si riferiscono) oggi sono di 23 euro al megawattora, un ribasso record degli ultimi due anni, e dopo che già a maggio erano calate del 30%. Per capire: prima che la Russia invadesse l'Ucraina, il prezzo era a 87,5 euro e il 7 marzo era addirittura arrivato a 345 euro al megawattora… oggi siamo a 23….
I prezzi del gas, causa base di tutti gli aumenti, non sono più all’origine del nostro carovita. Ma i mega aumenti energetici dei mesi scorsi, con le ricadute altrettanto esose su tutti i prezzi di ogni genere e servizio, non rientrano affatto. I prezzi del gas del mercato libero, per esempio, sono ancora a +20% rispetto a +26% del mese prima, ma i prezzi di alimenti, trasporti, casa sono in alcuni casi anche cresciuti.
Ci vuole tempo? Potrebbe essere vero solo in minima parte. Accade sempre che, quando i prezzi aumentano, pur se ci sono cali all’ingrosso che li portano a livelli più bassi di quando erano cresciuti, rimangono sempre alti… magari non crescono ma mai tornano indietro per allinearsi ai nuovi e bassi prezzi all’ingrosso. E’ la logica di un mercato grossomodo libero com’è il nostro: chi vende al dettaglio è molto restio a rinunciare ai nuovi guadagni, pur avendo recuperato sulle perdite precedenti. Ed ecco che abbiamo i più poveri che diventano più poveri e i più ricchi che non sono per niente coinvolti in queste dinamiche.
In questo contesto è la politica - il governo - che dovrebbe intervenire. Negli anni scorsi lo ha fatto con un'abbuffata di bonus, la cui funzione è stata di mettere toppe e non di fare modifiche sostanziali che indirizzassero il mercato. Perché queste modifiche ci siano, ci vorrebbe un sostanzioso taglio e redistribuzione delle tasse… ma questo non sta accadendo. Il governo è molto impegnato nel ricordarci che tutto ciò che è italiano è bello, buono e sano, mentre le poche tasse che ha tagliato riguardano i più ricchi, continua con qualche bonus anche se dove sarebbero stati necessari a bloccare aumenti smodati dei prezzi come è accaduto per i carburanti, li ha levati, ed annaspa molto sull’uso dei fondi europei del Pnrr che, invece, potrebbero riassestare molto con grande ricaduta sui tagli fiscali.
Questo accade perché il governo è di estrema destra e non, per esempio, di centro destra o di centro sinistra o di sinistra? Per qualcuno sembra che sia così… ma a noi che siamo poco interessati a destra o sinistra e che vogliamo i fatti, al momento stiamo solo prendendo atto di molte incapacità di chi ci governa. Ed evidenziamo soprattutto che molte azioni del governo sono incentrate sul consolidamento del proprio potere con politiche economiche che non vedono oltre il proprio naso, costi quel che costi, piuttosto che con scelte che ci possano dare un futuro. Dove sono i tagli fiscali che avevano promesso in campagna elettorale? Dove sono le politiche ecologiche per far sì che gli attuali veleni calino e la loro gestione non costi più della loro eliminazione?
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