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FAMILIARIZZARE CON L'EURO
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Editoriale 
1 febbraio 2003 0:00
 
Di fronte alle conclamate difficolta' degli italiani (e non solo) a familiarizzare con l'euro, complici i governanti e i commercianti, ora va di moda il giochino di chi sembra avere una ricetta salvifica. E credendo anche di diventare popolare e "amico dei consumatori" (quello strano e imprevedibile soggetto economico blandito e osannato da chiunque per giustificare le proprie idee e azioni), ognuno cerca di spararla piu' grossa.
Intanto vediamo le complicita':
- quelle del Governo (italiano e comunitario) sono state nel fatto di credere che tutti fossimo tedeschi, con una consolidata familiarita' con monete di un certo valore d'acquisto e con una vecchia valuta (il marco) il cui valore unitario di riferimento era solo quasi raddoppiato rispetto all'euro, per cui hanno messo in difficolta' gli italiani, come i francesi e gli spagnoli. E lo striminzito periodo di doppia circolazione ha fatto il resto.
- quelle dei commercianti sono state nel cogliere l'occasione per aumentare i prezzi a dismisura, e con questo aiutare la confusione ad esser tale.
Ma a quasi un anno di unica circolazione, tutti, alcuno escluso, si sono resi conto che gli italiani erano meno bravini di quanto si era creduto, e per questo e' partito chi la sparava piu' grossa.
Ha cominciato il ministro dell'Economia con la proposta delle banconote da 1 e 2 euro, mentre in Germania chiedevano la moneta da 5. Poi e' stata la volta del ritorno al doppio prezzo euro/lire, con il ministro delle Attivita' Produttive in prima linea dicendo che l'avrebbe proposto di farlo fino a giugno, ma non obbligatorio. Filosofia subito raccolta dai Sindaci di Lecce e Pescara che hanno messo l'obbligo immediato con tanto di multe stratosferiche per chi non vi si adeguava, violando con una sola delibera tutto cio' che si possa violare, dalla Costituzione italiana all'attribuirsi poteri che alcuna legge gli affida.
E i commercianti? Non potevano mancare con la furba proposta del presidente della Confcommercio: mettiamo in circolazione gli assegnini di 1 e 2 euro, coniati dai commercianti, in modo che per la loro facile deteriorabilita' ne traggano vantaggio gli stessi e non le sconosciute banche che fecero fortuna con gli assegnini da 100 e 200 lire quando altrettanto fu fatto negli anni '70. La complicita', come per la mancanza o l'inadeguatezza di provvedimenti per la familiarizzazione, anche nelle proposte di rimedio tampone, e' sempre dei soli due: governanti e commercianti.
Ma mentre questi ultimi sono ridicoli e mostrano tutta la loro limitatezza economica da bottegai, i governanti (a cui affianchiamo anche gli amministratori tipo Lecce e Pescara) sono preoccupanti: vaneggiano di provvedimenti che non hanno alcun potere di prendere o decidere, e quand'anche qualcuno secondario lo prendessero in attesa che gli arrivi la borbottata da Bruxelles, sono cose insignificanti, inutili, tardive e sminuenti l'intelligenza e la maturita' dei consumatori. Non solo, ma costituiscono l'alibi per mettere da parte cio' che invece dovrebbero fare per favorire il mercato e marginalizzare i goffi tentativi dei bottegai di trarre sempre vantaggio da qualunque difficolta' dei piu': deregolamentare e liberalizzare il commercio, nonche' accelerare la demonopolizzazione dei servizi ancora erogati in regime di monopolio o di privatizzazione controllata da capitali pubblici. Cioe' aiutare a far circolare piu' denaro, piu' ricchezza e piu' iniziativa economica privata. Ma queste politiche, credono che non li renderebbe popolari, perche' non sarebbero proposte demagogiche, populiste, per cui imperversa il giochino di chi la spara piu' grossa.
Bene! Comunichiamo che i consumatori se ne sono accorti, perche' sono meno bischeri di quanto loro e i commercianti credono.
(Vincenzo Donvito)
 
 
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