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INTERNET E' PERICOLOSA E PER QUESTO VA DIFESA E RILANCIATA
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Editoriale 
1 dicembre 2000 0:00
 
Alcuni provider degli Usa hanno annunciato che accetteranno, gia' da questo mese di dicembre, nomi a dominio Internet in caratteri cinesi, coreani e giapponesi. Il Governo di Pechino non si e' fatto attendere ed ha immediatamente replicato che e' di prossima adozione un nuovo sistema di caratteri, incompatibili con l'Occidente: e' evidente che e' un provvedimento che dovrebbe servire a mantenere il controllo repressivo della rete nei propri confini.

Il Tribunale di Parigi ha intimato a Yahoo di impedire che i navigatori francesi di Internet possano accedere ad un sito americano, ospitato sui suoi server, dove sono all'asta oggetti nazisti. La sentenza, che dovra' essere applicata entro tre mesi, prevede, in caso contrario, una penale di 30 milioni di lire al giorno. A favore della sentenza, con editoriali sul quotidiano Liberation, ci sono state anche autorevoli voci.

Il Tribunale di Pisa ha fatto chiudere un sito dove si faceva propaganda ad idee antisemite, e nessuno, tranne noi e qualcuno a ruota, si e' fatto sentire per manifestare il suo disappunto su un atto censorio della liberta' d'informazione. Non solo, ma ilSole24Ore, in un articolo ha parlato della nostra posizione con queste parole: "Ma per l'Aduc la liberta' di pensiero deve essere difesa anche quando e' mal utilizzata" ... che ovviamente non abbiamo espresso, ma che cosi' ha capito il giornalista che le ha lette e riportate, perche' il concetto di "liberta' di pensiero mal utilizzata" ci e' decisamente estraneo ed ostico.

Network Solutions, il principale "registro" di domini internazionali .com, ha rifiutato la registrazione dei domini tits.com (tette) e feelmytits.com (tastami le tette), ad una importante azienda. La National A-1 Advertising l'ha denunciata perche' avrebbe violato la sua liberta' d'espressione, ma il tribunale le ha dato torto, perche' i domini sarebbero solo un modo tecnico per indirizzare particolari richieste informatiche sulla Rete e non dei mezzi per promuovere la libera espressione (per noi, in ambito di liberta' d'espressione, la possibilita' di usare uno strumento, e' tutto).

Uno dei motivi dello sciopero dei giornalisti il 29 e 30 novembre, e' stato perche' gli editori hanno "risposto picche" alle pressanti richieste del loro sindacato unico (Fnsi) di normare l'informazione in Internet cosi' come succede al di fuori della Rete, con iscrizioni all'ordine, contratti specifici, quote di professionisti, etc ....

Potremmo continuare in questo elenco, ma ci fermiamo, perche' abbiamo dato il quadro della situazione, a mente, senza alcuna ricerca specifica, e aggiungiamo la sensazione che abbiamo l'impressione si stia cominciando a diffondere in Internet: abbiamo ricevuto una Email della responsabile redazionale di un sito d'informazione (www.censurati.it) che, vista la nostra iniziativa "Cyberliberta'"(I siti brutti, sporchi e cattivi che i censori vorrebbero mettere al rogo in nome della liberta' d'opinione, d'espressione
e dei buoni sentimenti -loro), ci ha scritto chiedendo di essere inserita in questo elenco; le abbiamo chiesto cosa le fosse successo e ci ha risposto che, siccome sta per essere approvata una legge che obblighera' tutti i siti d'informazione ad essere come una testata giornalistica e il segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi sta facendo il diavolo a quattro, non avendo loro queste caratteristiche, saranno chiusi e censurati. La notizia, ovviamente, non ci e' nuova, e l'abbiamo "tranquillizzata" ricordandole che avra' come "compagni al duol" il 99% dei siti Internet d'informazione, ma sappiamo di non averle dato una grande risposta :-)

Sta succedendo cio' che da tempo stiamo denunciando, nella dimensione di Internet, cioe' quella mondiale e transnazionale: i poteri di sempre che sono cresciuti e proliferati con le limitazioni delle liberta' individuali, si stanno organizzando: strumenti goffi e ridicoli (il massimo, per ora, e' la sentenza del tribunale parigino, con il divieto d'accesso a Yahoo per i navigatori francesi, con tutto quello che tecnicamente significa e non significa, e la similitudine con il sistema cinese per impedire la navigazione in Internet), ma usati da persone che spesso non sanno neanche di cosa stiano parlando. Cosi' come in un convegno di giuristi con nomi altosonanti per il settore Giustizia in generale che, riuniti a fine novembre in provincia di Firenze su "Internet e legge penale", ne hanno discusso per due giorni, e molti di loro hanno candidamente riconosciuto di non essere mai andati in Internet, e di averlo, magari, visto fare al nipotino: non escludiamo che diverse delle dissertazioni di questo convegno, diventeranno punti di riferimento per chi si appresta a fare nuove leggi per la vita della Rete.

C'e' da preoccuparsi, anche molto, ed alzare gli scudi e affilare le armi: qualcosa di grosso sta per succedere per piegare la Rete a quei bisogni che sono l'esatto contrario della sua possibilita' di proliferazione.

Noi, intanto, siamo vigili e, denunciando cio' che accade, facciamo appello a tutti coloro che ci leggono e sono d'accordo con noi, a usarci come megafono, deposito di denunce, punto di incontro e di discussione. Se non ce' liberta' individuale, non c'e' mercato, e se non c'e' mercato non ci sono consumatori, ma sudditi consumati. Noi non lo vogliamo.
(Vincenzo Donvito)

 
 
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