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L'ITALIA DEI CANONI SULLE COMUNICAZIONI E' VERSO IL DECLINIO?
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Editoriale 
15 agosto 2000 0:00
 
COSI' VORREBBE IL MERCATO, MA TELECOM DA UN PARTE E RAI DALL'ALTRA CERCANO DI RASCHIARE LE TASCHE DEGLI UTENTI OBBLIGATI FINO ALL'ULTIMO ATTIMO POSSIBILE, E ANCHE OLTRE.

L'appassionante vicenda economica che per eccellenza dovrebbe traghettare il nostro Paese dall'era dei monopoli a quella del mercato -quella legata all'attivismo della Telecom di Colaninno- si e' trasformata in una litania del potere perduto, con tanto di goffi e ridicoli tentativi di rastrellare il possibile fino al momento dell'esalazione dell'ultimo respiro.
Telecom compra la Seat e con questa si compra Telemontecarlo, trasformando la concessione dei telefoni in licenza, altrimenti non potrebbe farlo: quindi sarebbe sul mercato come qualunque altra impresa, senza privilegi, ma non e' cosi', perche' per ora il canone rimane e dalle sconclusionate affermazioni del suo amministratore delegato, cosi' dovrebbe essere per sempre, nonostante l'accesso all'ultimo miglio di telefonia fissa (che l'Ue ci chiede di fare entro la fine dell'anno) dovrebbe diventare realta' anche per gli altri potenziali gestori di telefonia fissa. La situazione e' anomala, ma non tale da giustificare l'obbligatorieta' del canone che, se abolito e redistribuito sulle tariffe dei consumi, farebbe comunque registrare un successo al mercato, perche' sarebbe stabilito un equilibrio che si basa sui consumi e non sulle posizioni di rendita.
E infine, chi l'ha detto che l'ultimo miglio -che e' tutto cio' che giustifica il canone- deve essere di proprieta' della Telecom? Non e' che questa azienda se l'e' conquistato per meriti, ma solo perche' ha avuto ed ha la concessione in regime di monopolio. Perche' non dovrebbe essere di proprieta' pubblica e gestito da un consorzio di tutte le aziende licenziatarie di telefonia fissa?
Dall'altro lato, chi volente o nolente e' tirato per i capelli in questa vicenda, la Rai, dice sul suo canone/tassa le stesse cose di Roberto Colaninno, e si ritrova ad essere finanziata da una tassa per fare concorrenza ad altre aziende della sua stessa portata: fulgido esempio di lungimiranza liberista in libero mercato? No, solo privatizzazione e liberalizzazione seguendo un modello cinese!
Sta succedendo una cosa molto importante che i grandi protagonisti di questa vicenda fanno finta di ignorare: con l'avvento del mercato, tutti i servizi con canoni obbligatori non possono non sgretolarsi, perche' sono solo espressione del monopolio, e senza di esso svolgono solo la funzione di rallentare la liberalizzazione.
Telecom, Rai e Governo lo sanno benissimo, ma preferiscono glissare e raschiare il fondo delle tasche degli utenti obbligati fino all'ultimo attimo, anche mantenendo in vita con sistemi artificiali il moribondo canone.
Guardare questa situazione da una finestra del palazzo d'Europa, e leggerla sui media oltralpe, sarebbe la cosa piu' esilarante che questo agosto ci riserva, ma la tragedia che vi e' incarnata non ci consente solo di sghignazzare, ma anche di sperare che l'Antitrust (quello europeo, non quello italiano) faccia finalmente sentire la sua voce.
(Vincenzo Donvito)

 
 
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