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MUCCA PAZZA E INTERNET: DA POPOLO DI SANTI E NAVIGATORI .....
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Editoriale 
15 gennaio 2001 0:00
 
Che l'Italia fosse in Europa, quella comunitaria, ci e' stato confermato: il morbo della mucca pazza non e' solo l'allarmismo di chi, dal 1996, ha sempre chiesto interventi e prevenzione, ma e' tra noi. L'italianissima Brescia ne e' capostipite. E poi, non un macellaio di provincia, di quelli che pur di fare soldi, grazie al loro aspetto casereccio, potrebbero ipoteticamente spacciare per prodotto biologico un acquisto sottobanco da importatori clandestini ..... magari britannici. No, niente di tutto questo. Ma uno dei simboli dell'industria italiana del settore: quella Cremonini che ci riempie di pubblicita' sulla bonta' dei suoi prodotti, e che, volenti o nolenti, ce lo ritroviamo come fornitore dei luoghi in cui maggiormente si consuma carne in Italia (MacDonald's in primis).
Siamo europei a tutti gli effetti.
Nonostante i tentativi delle nostre autorita' che ci volevano indurre in errore, decantando una italica specificita' che non ci faceva confondere con quegli approssimati della perfida Albione o quegli spocchiosi con la erre moscia alla ricerca di primato per ogni cosa che abbia un marchio di qualita' (cibo e vino, anche qui, in primis).
E pensare che qualcuno, fino a ieri mattina (13 Gennaio) aveva veramente creduto che fossimo un "popolo di santi e navigatori". Santi, perche', a fronte dell'assenza di mucche pazze, non c'era altra spiegazione se non la presenza di qualche divino protettore. Navigatori (del 2001, ovviamente), perche', come ha detto in un'audizione alla Camera il presidente dell'Autorita' delle Telecomunicazioni, in Italia ci sono 10 milioni di navigatori in Internet (uno ogni cinque italiani inclusi bimbi e anziani!): roba da far impallidire gli Usa o gli ipertecnologici scandinavi.
Ieri pomeriggio, quando le agenzie battevano le notizie sul caso mucca pazza di Brescia, siamo stati abbandonati dalla protezione divina e buttati nell'inferno, al pari dell'Europa miscredente e luterana.
Siamo europei a tutti gli effetti.
"Muccapazzizzati e ancora navigatori" (perche' sulla storiella dei 10 milioni, alla voce turbata dell'Aduc che ha denunciato la bufala del professor Enzo Cheli, ha fatto eco solo qualche avaro trafiletto di stampa).
E' chiaro che noi non aspettiamo il ritorno dei santi o l'arrivo dell'angelo vendicatore, e che abbiamo una puzza sotto il naso quando ascoltiamo le dichiarazioni del Pecoraro Scanio e Veronesi di turno, che' subito rileggiamo due volte cio' che dicono, e soprattutto non ci fidiamo. Facciamo per conto nostro, grazie anche alla consapevolezza e maturita' che cerchiamo di comunicare attraverso i fatti, le notizie e i commenti di questo numero di Avvertenze.
E per essere coerenti e coscienziosi, mi appresto non a gustare un'energica bistecca alla fiorentina bagnata in altrettanto chianti vigoroso, ma delle piu' delicate (?) e sicure olive ascolane nella loro versione dei vicini/rivali di San Benedetto del Tronto, dove, al posto del ripieno di carne, usano quello di pesce. Una sospensione della carne bovina (anche nelle sue succulenti varianti chianine), in nome della sicurezza e, perche' no, di nuove escursioni alla ricerca di comportamenti individuali piu' in armonia con se stessi e gli animali come noi (certo, nelle olive ascolane/sanbenedettesi c'e' il pesce .... ma datemi tempo ...).
(Vincenzo Donvito)

 
 
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