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IL PAESE DI PINOCCHIO SI RIFA' IL VESTITO? E I DIRITTI DEI CONSUMATORI?
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Editoriale 
15 marzo 2001 0:00
 
"Ma ... che .. siamo nel Paese di Pinocchio". E' quanto mi ha detto un amico architetto alcuni giorni fa quando, ascoltando la spiegazione che davo ad altrettanto amico del suo stesso studio sul comportamento di un'autorita' amministrativa comunale in materia di multe per condono edilizio e danno ambientale: l'incertezza di un ricorso ad una richiesta di pagamento del cittadino presunto leso era totale grazie a non sapere l'autorita' da adire e, soprattutto, perche' questa richiesta era gia' stata superata da una antecedente modifica alla norma della stessa amministrazione che vantava il risarcimento del danno. E questo amico non sembrava essere il solito brontolone da bar, perche' quell'amministrazione comunale era tale grazie al suo voto convinto nelle ultime elezioni: insomma era toccato nel cuore dei suoi ideali di architetto e di cittadino, turbato per un mondo e una citta' che non potevano essere edificati come nelle idee e nei progetti di Le Corbusier e amministrata come la Repubblica di Platone.
Alcuni, questa presa d'atto della realta', la chiamano "soglia oltre la quale c'e' la maturita'", e sono abitualmente coloro che ne hanno solo un approccio intellettuale. Altri -tra cui annovero anche quelli come me- la considerano -piu' semplicemente e meno cinicamente- il momento in cui si comincia a "non poterne piu'", e nella mente anche del piu' impeccabile fa varco la comprensione e la giustezza dell'illegalita', cioe' della clandestinita' giuridica ed amministrativa del singolo rispetto alla comunita' in cui ha scelto di vivere.
Uno stato d'animo che, in periodi pre-elettorali come questo, diventa sempre piu' diffuso; e dove anche il fatidico motto "se non ci pensi te, sono altri che lo fanno per te, ma secondo i loro interessi", non riesce a scuotere questa introspezione civica ed economica.
Basta prestare l'orecchio alle promesse e alle non-promesse, allo scambio di battute -obbligatoriamente al veleno- su programmi talmente abbozzati e semplificati che perdono qualunque spessore di credibilita'.
Un clima da "vota Antonio", per dirla alla Toto. Ma tant'e': questo e' quello che passa il convento, ed e' quello con cui dobbiamo misurarci per la conquista dei diritti dei consumatori. Per cui, dalla consapevolezza di questa situazione, nelle prossime settimane alzeremo la guardia, aguzzeremo la vista e drizzeremo le orecchie, per ascoltare l'inascoltabile, e pervicacemente rivendicare i diritti del singolo consumatore di fronte alle schiacciasassi civiche che ci vengono proposte.
Abbiamo la certezza che i diritti saranno i grandi assenti delle prossime settimane e, con molta probabilita', anche del prossimo Parlamento: per noi, come associazione, non conta chi vince le elezioni, ma la capacita' di chi, una volta al Governo e al Parlamento, sa esser chiaro e deciso in cio' che fa e dispone, in modo da consentirci altrettanta chiarezza e decisione per individuare i problemi e cercare di risolverli con certezza del diritto. Una prerogativa che non crediamo appartenga ad una o ad un'altra parte, ma che dovrebbe essere la base portante del nostro sistema: nonostante tutto ci crediamo ancora, ed e' per questo che siamo qui a ricordarcelo e a ricordarvelo.
(Vincenzo Donvito)

 
 
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