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La pandemia di ognuno di noi sui libri di storia del futuro
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Editoriale di Vincenzo Donvito
14 luglio 2020 17:17
 
 E’ probabile che i figli dei nostri figli leggeranno le cronache di questi e dei mesi ed anni che ci aspettano, così come noi si è letto di altri periodi storici in cui le comunità erano sacrificate e precarie. La memoria viva per molti degli adulti/anziani di oggi è quella dei loro genitori durante la seconda guerra mondiale, così come questi genitori avevano sentito i racconti dei loro altrettanto genitori e nonni sulla epidemia di influenza spagnola e sulla prima guerra mondiale.

E tutto sembrerà lontano, come se oggi leggessimo su un libro di storia delle superiori qualcosa tipo
“l’epidemia durò un ventennio, la popolazione fu dimezzata e quella che rimase fu stremata e dovette procedere con notevoli difficoltà, per l’adattamento ad un mondo sociale, del lavoro, individuale di cui non aveva contezza ed esperienza. Alcuni non superarono queste difficoltà in una comunità in cui si sentivano estranei, precari e disadattati. In diversi emigrarono ma non trovavano luoghi in cui ambientarsi e sfuggire dalla pandemia, che ormai aveva attanagliato il Pianeta intero. Altri, più irresponsabili, sottovalutarono ciò che accadeva e, consapevoli o meno, attenendosi marginalmente alle indicazioni delle autorità, diventarono responsabili del protrarsi della pandemia”.

Finita la pagina di questo libro di storia, ed esaurito un ventennio dopo aver letto solo le righe sottolineate e in evidenza, passando alla pagina successiva i venti anni diventano uno dei tanti periodi di quella fetta di storia dell’umanità.

I lettori di questo libro forse sapranno di qualche loro famigliare coinvolto in questo ventennio, e ne conosceranno particolari maggiori grazie ad una tradizione orale. Noi oggi, protagonisti di quelle righe sottolineate ed evidenziate conosciamo maggiori particolari. E i più tenaci tra noi, per meglio comprendere ed attrezzarsi oggi ad una riduzione del danno, si sono andati a leggere nei particolari le storie di altri ventenni o lustri o periodi maggiori: con le dovute differenze temporali, hanno ritrovato le stesse problematiche umane con una sola grande differenza, la scienza del 2020 ci ha evitato qualcosa come, per esempio, la peste del 1300 o la spagnola del 1900.

A questo punto, considerato che ci siamo resi conto di essere una piccola tessera del puzzle della storia, ci potremmo attrezzare per contribuire a modificare qualche virgola e qualche parola di quel testo che leggeranno i figli dei figli. In modo che potranno non dire qualcosa tipo “ma perché furono così stolti, che ci voleva a non fare in quel modo ma in quell’altro...” (tipica valutazione di chi legge a distanza di tempo e non è coinvolto nel particolare del momento, ma che in genere c’azzecca).

Come ci attrezziamo?
Qui si apre una scelta ampia. Tutto valido ai nostri fini… e senza dover sacrificare chissà quale desiderio.
Alcuni esempi.
E’ necessario andare tutti la sera a conversare e bere amichevolmente nello stesso posto in cui ci sono centinaia di altre persone?
E’ necessario andare in vacanza come un qualunque altro luglio o agosto della nostra vita, come se nei mesi scorsi non fosse accaduto nulla?
E’ necessario andare tutti, pigiati pigiati, all’isola d’Elba o a Milano Marittima o a Stintino o a Marina di Castellaneta o a Mondello o a Ostia o a Monterosso al mare? (1)
E’ necessario entrare in quello specifico bar di 40 mq quando ci sono dentro già 4 persone?
… cioè tutti quei comportamenti che le autorità continuano a ripeterci come a rischio un po’ dovunque, e che vediamo essere puntualmente violati… da ognuno con una propria motivazione “validissima”.
Non diciamo che ci potrà accadere quello che ha subìto il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, ma ricordarcelo non ci fa male.

Il solito pauroso che non capisce che si vive una sola volta e che il virus colpisce i malati?
Pauroso… lasciamo perdere. Si vive una sola volta… fintanto che è la mia vita… ok, ma quella di qualcun altro che potrei compromettere? … virus malati… informarsi non fa mai male.

Certo non è facile. Siamo stanchi. Ma vogliamo rischiare di essere più stanchi domani e farci leggere di corsa su quel libro di storia?

Poi si apre il capitolo occupazione, lavoro, garantiti, autonomi, parassiti, squali dei prezzi, quelli “mors tua vita mea”. L’economia. Siamo umani, mica cani. Per ora ci fermiamo.


1 – scorgo già in posta le proteste degli enti locali del turismo e degli albergatori...
 
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