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PAPA CATTOLICO NEL PARLAMENTO ITALIANO
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Editoriale 
15 novembre 2002 0:00
 
Molto attenti ad un avvenimento importante come la visita del capo dello Stato del Vaticano alla istituzione legislativa italiana, ci sentiamo di dire la nostra su un argomento che ben ci riguarda e su cui auspichiamo che il nostro Parlamento non segua i consigli portati da Karol Wojtyla.
Non ci interessa quando il capo della Chiesa cattolica apostolica romana parla nei suoi ambiti o attraverso l'apparato della sua struttura, perche' si rivolge ai suoi fedeli e a chi vuole ascoltarlo. Ma quando viene a parlare nelle massime istituzioni del nostro Stato, cosi' come quando parla nelle sedi delle Nazioni Unite, siamo chiamati anche noi in causa.
E le sue esortazioni e i suoi inviti, vanno oltre quello che e' lo spirito religioso di ognuno che lo ascolta, perche' assumono un valore istituzionale.
Ci riferiamo a quello che il Papa cattolico ha chiamato "crisi delle nascite, declino demografico e invecchiamento della popolazione", con relativo invito a invertire la tendenza. E siccome a noi sembra una tendenza positiva, cosi' come lo sono tutte le campagne per il calo demografico e le campagne per una procreazione responsabile con relativa informazione contraccettiva, siamo preoccupati che l'autorevole intervento di Wojtyla non dia un contributo allo scardinamento di quel che in Italia e' gia' in atto in questo senso. Non solo, ma siccome crediamo che nel nostro Paese si stia facendo troppo poco in materia, e quotidianamente siamo impegnati per invertire questa specifica tendenza, non vorremmo che il consiglio che e' stato fatto oggi nell'aula del nostro Parlamento sia tradotto in leggi e norme.
Non sarebbe la prima volta che nel nostro Parlamento si manifestano i traduttori legislativi del pensiero cattolico di oltre Tevere, ma fintanto che sono traduttori delle loro coscienze, ci sentiamo di batterci in prima fila perche' abbiano la possibilita' e la dignita' di democraticamente legiferare di conseguenza. Altro, invece, e' quando non si tratta di traduttori, ma della voce originale che viene a chiederlo, da capo di Stato straniero, direttamente all'interno del luogo dove si fanno le leggi. Non stiamo parlando di ingerenza, perche' comunque il capo del Vaticano e' stato invitato dalle autorita' di questo Parlamento, e, giustamente, ognuno dice cio' che pensa. Ma stiamo parlando di autorevolezza condizionante che, visti i precedenti e la quotidianita' italica, non sarebbe strano che infiammasse alcuni animi perche' agiscano di conseguenza.
Noi siamo convinti che siamo troppo in Italia. Siamo troppi in Europa. Siamo troppi nel mondo. E siccome abbiamo un rispetto della vita, e della sua dignita' per essere vissuta, al pari di quella del capo del Vaticano (solo che crediamo in percorsi diversi per onorarla), non vorremmo che, per esempio, a seguito di questo intervento odierno, governanti e legislatori italiani privilegiassero interventi per disincentivare le campagne e i fondi per la contraccezione e per il rispetto del diritto di aborto, a favore di campagne per la procreazione e la fertilita'. Tra l'altro il nostro Paese ha anche da sistemare diversi nuovi ospiti lavoratori che proprio in questi giorni si sono regolarizzati, per cui non e' tanto questione di spazi che avanzano, ma di razionalizzazione degli stessi.
(Vincenzo Donvito)

 
 
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