Il prezzo del pellet si è praticamente dimezzato rispetto ad un anno fa, quando in molti pensavano di trovare in esso un’alternativa alla crisi del mercato del gas a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Un anno fa, domanda in crescita, i prezzi si aggiravano sui 10 euro a sacco (15 Kg) e la legge di bilancio 2023 aveva ridotto l'Iva dal 22 al 10% per gli acquisti, riduzione che non si sa ancora se verrà prorogata per il 2024.
Ora che la crisi del gas l’abbiamo sotto controllo, la domanda di pellet è molto calata e in media un sacco viene venduto a 6 euro.
Conoscendo l’andazzo italiano dell’economia, siamo in attesa che le specifiche aziende avanzino le loro pretese per la crisi che stanno vivendo…. il governo non dovrebbe restare indifferente….
Questa del pellet è una delle tante vicende economiche del nostro Paese in cui aziende e consumatori non sono capaci di vivere in un libero mercato, e quando per loro la situazione cambia… ecco che chiedono allo Stato di foraggiarli. Lo Stato risponde quasi sempre aumentando la spesa pubblica (riduzione Iva nel nostro caso e agevolazioni alle aziende)... e nulla viene risolto, ma solo rimandato, con l’aggravante di rendere ancor più difficile la situazione, nonché porre le basi perché altrettanto non si verifichi.
Ma, allora, dovremmo far morire di freddo i consumatori e far chiudere le aziende? No, Occorrerebbe creare le condizioni perché per le aziende sia semplice riconvertirsi, aggiustarsi al nuovo assetto, anche con un mercato del lavoro semplificato, si da poter subito essere in grado di offrire ciò che il mercato chiede senza penalizzare i consumatori in prezzi e qualità.
Questo implicherebbe una rivoluzione di tutto il sistema economico ed assistenziale, una rivoluzione che non ci sembra sia all’ordine del giorno del governo, e non solo.
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