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PILLOLA ABORTIVA RU486
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Editoriale 
1 maggio 2000 0:00
 
LA SCIENZA SI AGGIORNA... LA PRATICA NO

Oggi in Italia l'IVG (Interruzione Volontaria di Gravidanza) viene praticata solo con intervento chirurgico, anche se nel frattempo la scienza si e' evoluta e ha trovato nuovi metodi, meno dispendiosi in termini economici e meno traumatici per la donna, come il metodo farmacologico della RU486. Proviamo a fare un esempio: oggi l'ulcera puo' essere curata farmacologicamente e nessuno si immaginerebbe di tornare indietro a quando solo un intervento chirurgico poteva essere di aiuto.
Perche' se la scienza si aggiorna in questo caso la pratica non la segue a ruota?
Quando si parla di aborto si rischia di entrare in querelle di tipo etico, dove filosofie, religioni, morali si differenziano cosi' profondamente tra loro, per cui impossibile e' un loro punto di incontro. Evitiamo di entrare in questa voragine e partiamo dal dato di fatto della Legge 194 approvata quasi 22 anni fa, che permette di abortire legalmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

LA LEGGE 194
Nel 1978 era conosciuto solo l'aborto chirugico, essenzialmente col metodo per aspirazione, ma nella 194 non e' specificato che quello sia l'unico metodo. Anzi a ben leggere nella legge, l'art. 14 "Il medico che esegue l'interruzione della gravidanza è tenuto a fornire alla donna le informazioni e le indicazioni sulla regolazione delle nascite, nonché a renderla partecipe dei procedimenti abortivi, che devono comunque essere attuati in modo da rispettare la dignità personale della donna", e parlando di procedimenti, sembra proprio prevedere la possibilita' che altri metodi si aggiungano a quello chirurgico: il plurale utilizzato nella legge preannuncia una pluralita' di procedimenti. Ma ancora l'art. 15: "Le regioni, d'intesa con le università e con gli enti ospedalieri, promuovono l'aggiornamento del personale sanitario ed esercente le arti ausiliarie sui problemi della procreazione cosciente e responsabile, sui metodi anticoncezionali, sul decorso della gravidanza, sul parto e sull'uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza" sembra proprio auspicare un aggiornamento delle tecniche piu' avanzate, in contraddizione con la situazione attuale bloccata ad un metodo sempre valido, ma in alcuni casi certamente superato da quello farmacologico.

I DUE METODI
Da un raffronto tra i due metodi si comprende come entrambi siano efficaci e sicuri. Le differenze riguardano tempi e percezione. Ma queste sono decisioni che spettano alla donna, cosi' come i consigli spettano ai medici.
Alcune valutazioni sui costi: quanto si spende per una Interruzione di Gravidanza Volontaria chirurgica e quanto per una farmacologica? Alla domanda, non retorica, possiamo far rispondere, a titolo di esempio, la Regione Toscana (infatti il prezzo e' interASL): il prezzo omnicomprensivo, rappresentante il valore complessivo di intervento e degenza, e' di L. 1.523.696 (non c'è un dettaglio delle voci, almeno nel servizio pubblico). Quando una signora residente a Firenze utilizza l'Azienda Careggi (il maggiore ospedale della citta') per l'IVG, l'Azienda Sanitaria Firenze corrisponde all'Azienda Careggi questa cifra, più 2500 lire di bollo. Per la RU486 non possiamo stabilire in anticipo i suoi costi, ma certamente trattandosi di intervento ambulatoriale, dobbiamo detrarre quelli della degenza di almeno 1 giorno e della sala operatoria.
Giriamo questa domanda alla Corte dei Conti, perche' a sua volta suggerisca al Ministero della Sanita' di rivedere le proprie modalita' e lo inviti ad aggiornarsi con pratiche meno dispendiose.

LE STATISTICHE
L'ISTAT ci fornisce una serie di dati sugli aborti legali che vengono praticati ogni anno in Italia. Il numero diminuisce progressivamente per quanto rimanga ancora una sacca di aborti clandestini. Assumendo il dato del 1998 di 138.000 aborti all'anno, e raffrontandolo con i casi della Francia e della Svezia dove il 30% degli aborti e' realizzato con la RU486, e' facile intuire che dopo un primo rodaggio e una sua conoscenza, anche in Italia potrebbe riprodursi un fenomeno simile.

COSA FARE
Tra breve, attraverso uno specifico settore del sito, lanceremo una campagna (anche con una petizione) perche' il ministero della Sanita' inviti l'azienda produttrice della pillola abortiva a commercializzarla anche in Italia.
(Donatella Poretti)

 
 
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