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Possiamo sperare in una Consob migliore?
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Editoriale di Alessandro Pedone
9 gennaio 2018 14:49
 
 Negli ultimi giorni dell’anno passato il Consiglio dei Ministri ha indicato Mario Nava come prossimo presidente della Consob. Nava dovrà essere audito dal Parlamento nei prossimi giorni e poi il Presidente della Repubblica firmerà il decreto di nomina.
Senza offesa per nessuno dei predecessori, viene da esclamare: “dopo una serie di politici a capo della Consob, finalmente una persona competente!” .
Negli ultimi vent’anni si sono succeduti alla guida della Consob solo dei politici le cui competenze, nel migliore dei casi, erano di tipo giuridico.
Nel 1998 è stato nominato presidente della Consob Luigi Spaventa. Politico e Giurista non ha certo brillato, ma era comunque “oro colato” rispetto al successore, Lamberto Cardia, che venne nominato nel 2003 e che ha attraversato tutta la fase dei peggior scandali nel settore degli investimenti finanziaria (scandali che la stampa etichettò come “risparmio tradito”) senza che si ricordi nessun atto significativo a tutela dei risparmiatori. Al termine della presidenza Cardia la maggioranza degli osservatori indipendenti pensava che fosse stato il peggior presidente della Consob mai nominato, ma per la regola in base alla quale “al peggio non c’è mai fine”, venne nominato alla successione Giuseppe Vegas. Era chiaro fin da subito che non ci si poteva aspettare niente di buono dalla Presidenza Vegas alla Consob (1) e così è stato. Far rimpiangere Cardia non era un compito “facile”, ma Vegas c’è riuscito!
Se Cardia non ha fatto niente di significativo a tutela dei risparmiatori, Vegas è riuscito a fare veri e propri danni (2).
Mario Nava, almeno come curriculum, sembra la persona giusta per ridare credibilità ad un’istituzione che si trova molto probabilmente nel momento più infelice della sua storia.
Gli facciamo i migliori auguri affinché la sua presidenza rappresenti, finalmente, una svolta.
Auspichiamo che la prossima presidenza Nava alla Consob sia contraddistinta da una parola: indipendenza. Una parola che nel mondo della finanza è così tanto bistrattata e che per un’autorità di garanzia dovrebbe essere un prerequisito indiscutibile, ma così non è stato negli anni passati.
I prossimi mesi saranno densi di occasioni per capire se Nava avrà la forza d’imporre una svolta alla Consob nella direzione della tutela degli investitori o se sarà l’ennesimo tecnico teoricamente “esperto”, ma in pratica inadeguato.
Uno dei banchi di prova sarà il pasticcio relativo all’Organismo dei Consulenti Finanziari (OCF), pasticcio che non ha creato certo la Consob, ma che la Consob dovrà gestire.
Ricordiamo, infatti, che allo stato attuale l’OCF è in palese contrasto con la direttiva comunitaria sui servizi d’investimento (3) e che la Consob dovrà stipulare un “protocollo di intesa” con l’OCF e dovrà emanare le delibere di avviò dell’operatività dell’OCF. E’ evidente che la Consob non potrà modificare la legge, ma potrà fare molto affinché l’indipendenza della vigilanza sui consulenti finanziari sia tutelata.
Come si muoverà la Consob su questo dossier potrà dare indicazioni molto significative sull’orientamento che prenderà la Consob nei prossimi sette anni.

(1) E’ passato tanto tempo e probabilmente molti non si ricordano come andarono i fatti all’epoca, per rinfrescarsi la memoria può essere utile leggere cosa scrivevamo su questo sito il 18 Novembre 2010 a seguito della notizia della futura nomina di Giuseppe Vegas alla guida della Consob
(2) Tanto per ricordare uno dei danni della Presidenza Vegas citiamo l’eliminazione degli scenari probabilistici dai prospetti informativi.
(3) Per approfondimenti si rimanda al seguente articolo
 
 
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