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Prendersela con i piu' deboli.
Un imbarbarimento che avanza?
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Editoriale di Vincenzo Donvito
15 agosto 2003 0:00
 
Gli uffici della sede nazionale dell'Aduc sono a Firenze, in una via del centro storico, al pianoterra e abbiamo la fortuna di avere un giardino che curiamo, e questo sicuramente contribuisce a farci stare un po' piu' distesi. Abbiamo dei vicini tunisini che, piu' di un anno fa hanno preso un canino di un mesetto, Leon, che da sempre scorazza tra la casa del suo padroncino e il nostro giardino. E' diventato una sorta di cane di condominio e siamo riusciti ad insegnargli anche a non distruggere i fiori del giardino. Fa le feste a tutti quelli che entrano, che ricambiano con carezze e dolcezze. Ma non siamo riusciti ad insegnargli di non agognare la sua liberta' (e meno male ..), per cui qualche volta, quando il portone che da' sulla strada rimane aperto per il cattivo funzionamento della chiusura automatica, e nessuno se n'e' accorto, Leon ha preso la strada per la sua ricerca.
L'abbiamo sempre ripreso e dolcemente e' tornato nel suo giardino, ma qualche volta e' stato intercettato dalla polizia cinofila ed e' finito al canile, dove il suo padroncino e' andato a riprenderlo. Ma alla terza fuga finita al canile, i vigili urbani prima di riconsegnarlo al padroncino hanno voluto fare una chiaccherata con lui. E al canile, quella mattina di qualche settimana fa, con Leon che ha 1 anno e tre mesi, c'era anche uno di noi ad accompagnare il vicino tunisino che, avendo un po' di documenti e permessi scaduti doveva regolarizzare la sua posizione e, sicuramente, non poteva essere il padroncino di un cane. Il veterinario del canile ha fatto capire al nostro accompagnatore che se volevamo bene al cane e non volevamo lasciarlo li' per mesi e chissa' quanto, era meglio fare li' per li' un cambio di proprieta'. Cosa fatta col consenso del padroncino, e abbiamo scoperto che Leon e' un cane di razza pit bull: al 90% come ci ha confermato un altro veterinario che abbiamo consultato.
Questo mentre in queste settimane leggiamo le cose piu' truci su questa razza. Guardiamo Leon, ripercorriamo con la memoria la sua vita da quando aveva un mese ad oggi, e non riusciamo a trovare nulla di quanto alcuni scrivono forzando la mano in modo indegno, anche perche' l'offeso non puo' reagire e spiegare che la mano del suo guinzaglio e' umana. Ma oggi e' di moda. Alcuni giornali hanno anche titolato in prima pagina di un'aggressione di un cane ad un altro cane dicendo che si trattava di un pit bull, mentre nel testo quella razza spariva perche' non era vero. Ma e' il tormentone dell'estate: il cane che morde il cane o l'uomo, l'uomo che si difende soprattutto creando il mostro. Aspettiamo anche l'uomo che morde il cane: la vera notizia, secondo i manuali del giornalismo, ma in sua assenza, ci si contenta dei cani che mordono i cani, se non anche dei cani che ringhiano agli altri cani. Ci si deve accontentare anche noi come questi giornalisti?
Ed e' questo il motivo per cui vi ho raccontato questa storia. Per cercare di comunicare il mio disagio in un mondo di notizie e di informazione che stanno perdendo il senso della comunicazione, per essere trasformate in potenti armi d'attacco. Ma questo lo sapevamo gia', dira' giustamente qualcuno: ci sono anche fazioni politiche che si scannano fra di loro partendo da questo principio. Ma c'e' un ma. Era mai successo con gli animali domestici? Cioe' quelle bestioline con cui molti scelgono di convivere e che non possono difendersi con la parola o con la fuga? Cioe' uno degli anelli piu' deboli della nostra comunita' civica? No! Ai livelli di questi giorni, credo che non fosse mai successo. Un imbarbarimento che avanza? Lasciamo volutamente un punto interrogativo per terminare questo saluto a chi, il 15 agosto ci leggera', e grazie anche ad un clima meno stressante rispetto ai problemi della quotidianita', avra' piu' tempo per farci un pensierino e parlarne con i suoi cari e i suoi amici.
 
 
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