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Le statistiche vere e quelle false servono a chi usa il potere per massacrarci. Ne siamo consapevoli? L'intolleranza ci puo' far bene
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Editoriale di Vincenzo Donvito
24 febbraio 2010 8:48
 
Il televoto ha stravolto la graduatoria del festival di Sanremo ed ha portato agli allori chi era stato bocciato dalla giuria: ha fatto specie soprattutto il trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici, con codazzo di spartiti strappati, editoriali spocchiosi o meno. Si e' parlato di giudizio democratico affiancato a quello degli esperti, facendo finta di non sapere che e' solo una questione di soldi: chi ne aveva di piu' organizzava meglio le persone che poi partecipavano al televoto.
Stesso metodo quando si sente che la tv 'pinco 'o il sito Internet 'pallo' raccoglie le telefonate o i messaggi dei propri ascoltatori/navigatori e, di conseguenza, dicono che il tot% di italiani la pensa in un modo o nell'altro su un argomento: anche qui una questione di soldi, chi ne aveva di piu' organizzava meglio le persone che poi inviavano messaggi o telefonavano.
Il 57% degli italiani e' disposto ad ascoltare brevi messaggi pubblicitari pur di non pagare la telefonata. Cosi' una ricerca dell'Istituto di Renato Mannheimer, commissionato da NeverAlone, servizio di informazione telefoniche gratuite. Il breve spot telefonico e' considerato normale informazione pubblicitaria dal 46% degli intervistati, mentre per il 45% e' occasione per ricevere notizie interessanti: sarebbe stato diverso il risultato se il committente non fosse stato un fornitore di informazioni telefoniche?
Poi, visto il periodo elettorale, ci sono le ricerche per sapere chi potrebbe divenire governatore di questa o quell'altra Regione. Le percentuali di voto sono piu' alte favorendo chi ha commissionato la ricerca. Perche'? Dipende da cosa si chiede nelle domande, quasi mai secche e spesso con l'uso del condizionale, nonche' dai successivi accorpamenti delle varie risposte, talvolta vere e proprie manipolazioni dei risultati.
Come non puo' venire in mente Trilussa? Facciamo una pausa poetica e rileggiamoci
 
“La Statistica”
Sai ched’è la statistica? È ’na cosa
che serve pe’ fa’ un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.
Ma pe’ me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pe’ via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
secondo le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra ne le spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perché c’è un antro che ne magna due.

 
E' quindi opportuno non prendere mai come certezza una statistica, sia quella fatta con tutti i crismi della scienza, sia quando questi crismi sono manipolazioni. Il valore 'medio' -artefatto o meno- non solo non esiste nel nostro quotidiano ma, considerandolo, ci induce in errore verso noi stessi: il nostro modo di sentire, di essere, di rapportarci, di consumare subisce condizionamenti tali che l'insoddisfazione diventa una costante, allontanandoci dal voler essere noi stessi e dallo star bene nell'esserlo. Se prendiamo in considerazione questo aspetto, e' probabile che anche chi ha il potere, grazie a queste manipolazioni, lo considereremo con piu' distanza e meno importanza: saremo quindi in grado di non essere tolleranti verso le malefatte che esercita da quella posizione.
 
 
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