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L'irriverente. Non so voi, ma e' piu' interessante l'elezione del presidente della Repubblica o la bufera di neve di New York?
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L'irriverente di Vincenzo Donvito
27 gennaio 2015 9:09
 
 Lode all'ex-presidente Giorgio Napolitano, ma proprio non ne possiamo piu' del balletto che ci portera' all'elezione del nuovo. Siamo invasi da un afflato di qualunquismo? Non credo. Siamo solo vivi e ragioniamo con la testa, il portafoglio e la pancia del cosiddetto cittadino comune.
Vediamo i numeri. Il futuro presidente non sembra proprio che sara' quello degli italiani, ma sicuramente sara' quello dei partiti e della partitocrazia (quelli del finanziamento pubblico, delle aziende pubbliche finte private e dell'imposta/canone sulla Rai popolata dai loro scherani). I super elettori che lo voteranno sono grossomodo espressione del consenso del 50% degli italiani, e poco piu' del loro 50% votera' a favore del candidato espresso dai partiti che detengono la cosiddetta maggioranza. Il nuovo presidente, quindi, sara' espressione indiretta di circa il 25/30% degli elettori italiani. Alla faccia di tutti coloro che lamentano come il presidente Usa sia espressione di grossomodo altrettanta percentuale, votando in quel Paese la meta' degli aventi diritto ed essendo le maggioranze poco piu' del 50% di chi vota. Con una gigantesca differenza: da noi votano tutti gli aventi diritto (con le percentuali d'origine di cui sopra), in Usa vota chi sceglie di votare; e in democrazia la scelta in liberta' e' -a nostro avviso- il paletto da cui non si dovrebbe transigere. Quindi non ci sembra estremismo democratico sostenere che in Usa il presidente e' espressione degli americani, mentre in Italia e' espressione dei partiti.
Messi questi puntini, a noi che siamo nei nostri uffici, nelle nostre case, nelle nostre scuole, nei (in quantita' predominante, si diceva una volta) campi e nelle fabbriche, che ci torna dal presidente della Repubblica? Poco o nulla. Istituzionalmente blasfemi? Non credo. Di Napolitano ce n'e' stato uno ed irripetibile. Per il prossimo, tutti i partiti dicono di volere una figura importante e al di sopra delle parti, senza nessun veto per nessuno (1), bla bla bla, e poi ognuno si esprime per la propria fazione (giustamente, a nostro avviso, ma con ipocrisia, vista la premessa).
Quindi ci beccheremo un presidente cosi' come viene e decide quel 50 del 50%, senza nessuna possibilita' di dire ed esprimere la nostra (come in Usa: vista la differenza?).
Siamo blasfemi se per questo fine settimana diciamo che ci sembra piu' interessante vedere e capire:
- come New York affrontera' la piu' grossa bufera di neve della sua storia;
- quanti morti ci saranno nei teatri di guerra e di fame, col nostro “occidente” ad osservare e contare le stragi di corpi, di diritto e di liberta';
- se il prezzo della benzina, nonostante i minimi “storici” del barile di petrolio, continuera' ad aumentare;
- se i nostri figli a scuola continueranno ad essere “imbottiti” di nozioni spesso inutili;
- etc etc
Ma, tranquilli, poi arrivera' il nostro presidente, e non sara' come quello americano. Quindi: non cambiera' nulla.

(1) una curiosita'. Quelli di Forza Italia dicono che non pongono nessun veto, ma il futuro presidente per loro non deve essere un ex-comunista. Abbiamo studiato l'italiano in un pianeta diverso? Fine della curiosita'.
 
 
 
 
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