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 ITALIA - ITALIA - Anche Fini candida Internet al Nobel per la pace
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12 marzo 2010 7:39
 
Il presidente della Camera Gianfranco Fini rilancia la candidatura di Internet per il prossimo premio Nobel per la pace e sottolinea che l'accesso alla rete va considerato "diritto fondamentale dell'uomo". Lo dice intervenendo al convegno 'Internet e' liberta'. Perche' dobbiamo difendere la rete', presenti, tra gli altri, Lawrence Lessing, autore di una lectio magistralis' dal titolo 'Il Web e la trasparenza tra ideali e realta'; il viceministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani; l'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabe'.
"Internet -sottolinea il presidente della Camera- e' soprattutto uno strumento di liberta' e di conoscenza. Per comprendere quanto in questo senso sia importante la rete e' sufficiente ricordare il ruolo svolto dal web durante i tragici avvenimenti in Birmania o i continui tentativi di limitarne l'uso in Cina e in Iran. Secondo l'ultimo rapporto dell'Organizzazione non governativa 'Reporters sans frontieres', dal 2008 al 2009 si e' registrato un ampliamento allarmante delle restrizioni sulla rete. Sono cresciuti del 62 per cento i Paesi colpiti dalla censura, mentre i cyber dissidenti arrestati sono aumentati del 156 per cento (da 59 a 151). Un incremento che si e' verificato soprattutto nei Paesi a scarso sviluppo democratico".
"Questo e' il motivo principale che a mio modo di vedere deve spingere tutta la comunita' internazionale a creare un forte movimento a sostegno dell'assegnazione del premio Nobel per la pace 2010 a Internet, l'accesso al quale deve essere considerato un vero e proprio duiritto fondamentale dell'uomo. Internet e' uno strumento di liberta' attraverso il quale ognuno non solo esprime se stesso ma puo' esercitare il controllo sull'efficienza della pubblica amministrazione, e sulle Istituzioni, aprendo un nuovo rapporto tra cittadini e pubblici poteri".

Una 'minoranza di utenti che abusa della liberta' e dell'anonimato sul web' non deve diventare 'il pretesto per i governi per emanare leggi che limitano l'accesso a internet, o per imporre oneri irragionevoli su coloro che forniscono un mezzo attraverso il quale tutti noi comunichiamo'. L'ambasciatore americano a Roma, David Thorne ribadisce il suo disappunto per la recente condanna da parte di un Tribunale milanese di tre dirigenti di Google per violazione della privacy per aver mandato sul web un video dove un disabile veniva picchiato a scuola.
Ospite della Commissione diritti umani del Senato, il diplomatico Usa ha dedicato una lunga parte del suo intervento alla centralita' del ruolo di internet e del suo utilizzo come piattaforma dei media come Facebook, Twitter, Myspace e UouTube.
'L'ignoranza e un malessere che spesso genera la violazione dei diritti umani e l'antidoto piu' efficace contro l'ignoranza e' l'informazione'.
In occasione della condanna dei giudici milanesi - la prima nel suo genere anche in campo internazionale - gli Stati Uniti si erano detti in disaccordo sul principio in base al quale i siti internet sono responsabili della pubblicazione di contenuti da parte degli utenti.
'La nostra priorita' e' la liberta' non il controllo governativo. Anche noi abbiamo dovuto affrontare casi in cui una minoranza di utenti ha tentato di utilizzare Internet per favorire l'odio e la violenza'. Invece di applicare una regolamentazione governativa che limita il flusso di idee e informazioni, negli Stati Uniti abbiamo visto che 'la mobilitazione dei cittadini su Internet, unitamente alla responsabilita' delle imprese, e' il modo migliore per affrontare queste sfide'. Parole che sono risuonate come un suggerimento agli italiani.

 
 
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