Entro giovedi' - 4 luglio - la Commissione europea dovrebbe annunciare l'imposizione di tariffe provvisorie sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina dopo aver condotto un'indagine preliminare in cui ha concluso che sono sovvenzionati illegalmente a danno dei produttori europei. Il 12 giugno, la Commissione ha annunciato l'intenzione di imporre una tariffa aggiuntiva fino al 38,1% sull'importazione di veicoli elettrici, come misura di bilanciamento delle sovvenzioni statali cinesi. In particolare ha annunciato l'intenzione di imporre tariffe aggiuntive del 17,4% al produttore Byb, del 20% a Geely e del 38,1% a Saic, le tre societa' finite al centro dell'indagine della Commissione. L'indagine e' stata aperta il 4 ottobre con l'obiettivo di determinare se le catene del valore delle auto elettriche Made in China beneficiano di sussidi illegali e se questi causano o minacciano di causare danni economici ai consumatori dell'Ue. I mezzi cinesi hanno una penetrazione dell'8% nel mercato comunitario - che a questo ritmo potrebbe raddoppiare fino al 15% nel 2025 - e costano il 20% in meno rispetto a quelli europei. La Commissione proseguira' l'indagine per diversi mesi finche' non decidera' se proporre misure antisovvenzioni definitive, proposta che dovra' poi essere votata dagli Stati membri (tra gli altri, Germania e Ungheria sono molto riluttanti). L'Acea, l'associazione europea dei produttori di automobili ha accolto con cautela la mossa della Commissione europea. Da un lato, ha sottolineato che un "commercio libero ed equo e' essenziale per creare un'industria automobilistica europea competitiva a livello globale", ma allo stesso tempo ha avvertito che questa apertura e' "solo una parte importante del puzzle" e che una e' "necessaria una strategia per un'industria solida per l'elettromobilita'". (AGI) CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
DONA ORA