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 ITALIA - ITALIA - Droga: Dcsa, rischio Italia sia paese transito e stoccaggio
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23 giugno 2022 15:09
 
C'e' il rischio che l'Italia diventi un paese di "transito e stoccaggio" della Droga destinata poi ad altri paesi europei. E' l'analisi degli esperti dell'Antidroga che emerge dalla relazione del 2021 presentata oggi e nella quale viene indicata una nuova rotta della Droga. "Abbiamo fatto una serie di consegne controllate nei Balcani - ha spiegato il direttore della Direzione centrale dei servizi antidroga, il generale Antonino Maggiore - e questo dimostra che c'e' una nuova rotta nel Mediterraneo si sta sempre piu' consolidando e vede l'Italia come punto di passaggio della Droga che arriva dal sudamerica e va verso i paesi balcani, dell'Egeo e del Mar Nero". E questo significa, aggiunge, che "le organizzazioni criminali albanesi e balcaniche sono sempre piu' forti, hanno esponenti nei cartelli" e riescono con sempre piu' facilita' a corrompere piu' facilmente le autorita' dei paesi dove operano. Una lettura confermata anche dal vice capo della Polizia e direttore della Criminalpol Vittorio Rizzi. "C'e' una ripresa del mercato del narcotraffico su scala mondiale e l'Italia rischia di diventare un paese di transito e stoccaggio degli stupefacenti. Un fatto - sottolinea - che ci deve far riflettere su un fenomeno che puo' essere contrastato solo attraverso un approccio di cooperazione di polizia".

Dopo le restrizioni imposte dalla pandemia, e' ripartita a pieno regime la filiera del narcotraffico: in Italia i sequestri di sostanze stupefacenti sono complessivamente cresciuti del 54,04%, dalle 59,1 tonnellate del 2020 alle 91,1 tonnellate del 2021, il quarto piu' alto risultato degli ultimi venti anni, frutto soprattutto di un sensibile incremento dei sequestri di cocaina (+47,6%), di hashish (+113%) e di marijuana (+135%). "Il network criminale - scrivono gli analisti - ha saputo adattare i propri assetti logistici e organizzativi alle nuove dinamiche economiche e sociali determinate dalla crisi: il 2021, infatti, ha fatto registrare una forte e crescente ripresa delle importazioni di stupefacente nei luoghi di stoccaggio e, soprattutto, verso i Paesi di destinazione finale". 

In lieve calo, rispetto all'anno precedente, le operazioni antidroga (-6,53%) e le denunce (-4,70%).
COCAINA - Dopo l'exploit del 2020, con 13,6 tonnellate, nel 2021 i sequestri di cocaina hanno toccato quota 20,07 tonnellate, record di sempre (+47,66%). E l'andamento dei primi mesi dell'anno in corso sembra confermare il trend. Il fatto che il 69,1% del totale siano sequestri frontalieri autorizza gli investigatori ad ipotizzare "l'eventualita' di una 'nuova' rotta mediterranea" e "uno scenario operativo che vede il nostro Paese come punto di snodo e di passaggio verso altri mercati di consumo", con l'affermarsi delle organizzazioni criminali balcaniche, ormai in grado di instaurare rapporti di stretta collaborazione sia con i cartelli dei produttori, sia con i gruppi piu' strutturati della criminalita' autoctona. Del resto, dopo il rallentamento del lockdown, i narcos sudamericani stanno 'smaltendo' il surplus di prodotto stoccato durante le fasi piu' aggressive della pandemia ed e' verosimile che questo fenomeno condizioni nel medio periodo le importazioni di coca verso i mercati di consumo europei.
CANNABIS - Dopo la forte riduzione dei volumi di cannabis sequestrata nel biennio precedente (44,7 tonnellate nel 2019 e 29,6 tonnellate nel 2020), il livello dei sequestri e' salito a quota 67,7 tonnellate, appena sotto la media (circa 77 tonnellate) dell'ultimo decennio. Il risultato del 2021 conferma che la cannabis resta lo stupefacente piu' sequestrato nel nostro Paese, rappresentando, da sola, nell'anno passato, oltre due terzi di tutta la Droga sequestrata, a dimostrazione di un livello costantemente elevato della domanda. La flessione dei sequestri operati in frontiera, iniziata in maniera graduale dal 2018, e la distribuzione regionale dei quantitativi complessivamente sequestrati - 20,8 tonnellate di hashish e 46,8 tonnellate di marijuana - porta ad ipotizzare una rimodulazione dello scenario operativo: "accanto allo stupefacente proveniente dai tradizionali luoghi di importazione, assume consistenza, infatti, una produzione outdoor nazionale, soprattutto in Sardegna (+498% di marijuana rispetto all'anno precedente)".

Calano per il secondo anno consecutivo i decessi per overdose in Italia, dai 309 del 2020 ai 293 del 2021 (-5,18%): nei tre anni precedenti il loro numero era sempre cresciuto, dai 268 del 2016 ai 297 del 2017, fino ai 336 del 2018 e ai 374 del 2020.
L'analisi del dato, riferito alle singole sostanze che hanno causato l'evento letale, non evidenzia situazioni particolarmente significative: nel 2021 sono state 15 in meno le morti dovute a sovradosaggio di metadone (20 in tutto), 7 in meno quelle per cocaina (64) e una in meno quelle per eroina (135). Sessantotto (8 in piu') i decessi per i quali la causa non e' stata individuata mentre ricompare, dopo anni, quale causa di un evento esiziale la sostanza Lsd. "E' ancora presto - ammette la Relazione - per dire se siamo di fronte ad una regressione strutturata del fenomeno, come sarebbe certamente auspicabile, o se la diminuzione e' ancora il frutto di circostanze contingenti e transitorie. Vero e' che dal 1973, anno in cui hanno avuto inizio le rilevazioni in Italia sugli esiti fatali per abuso di Droga, e' di 26.448 morti il tributo di vite umane dovuto al consumo di stupefacenti".

Nel 2021 gli stranieri coinvolti nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti sono stati il 10,1% in meno rispetto al 2020, quando il loro numero si era gia' sensibilmente ridotto (-26,5%) rispetto all'anno precedente.
Il dato 2021 si colloca nel punto piu' basso della serie decennale: il loro numero, 9.232, di cui oltre 6.223 in stato di arresto, continua a rappresentare, pero', circa un terzo (30,69%) di tutti i denunciati per questo tipo di reati (30.083). Si tratta, in prevalenza, di manovalanza extracomunitaria come negli anni scorsi, per una gran parte di provenienza marocchina, albanese, tunisina, nigeriana e gambiana, incaricata della distribuzione dello stupefacente nelle piazze di spaccio nazionali. Prendendo in considerazione la partecipazione a traffici strutturati, che assumono una connotazione delittuosa di tipo associativo, il numero degli stranieri denunciati mostra, invece, un incremento del 12,3%) rispetto al 2020, raggiungendo quota 428 unita'.

 La domanda di sostanze stupefacenti e' tornata "ai livelli pre Covid" e nella filiera della distribuzione al dettaglio assumono sempre maggiore rilevanza Internet e i nuovi strumenti offerti dalle piattaforme informatiche. Oggi "sussistono tutte le condizioni per lo sviluppo di una nuova forma di imprenditoria delinquenziale 'fai da te', che permette di avviare redditizie attivita' di spaccio, utilizzando le potenzialita' offerte dal web, in termini di facilita' di accesso e di 'anonimato' e dal cosiddetto e-commerce".
Le Droghe sintetiche, ad esempio, sono molto potenti e ne bastano minime quantita' per confezionare centinaia di dosi: basta un semplice clic per creare una piazza di spaccio digitale. Si possono effettuare ordini telematici e ricevere a casa lo stupefacente, tramite spedizioni postali. Un focus particolare e' stato riservato, quest'anno, ai social network. Molti degli applicativi di messaggistica istantanea, permettendo comunicazioni anonime, addirittura criptate e ad eliminazione automatica, sono diventati strumenti diffusi nell'attivita' di spaccio e affiancano, nell'open web, le transazioni di stupefacente, che si svolgono, grazie all'utilizzo di particolari software di "anonimizzazione" e di delocalizzazione, nel deep web e nel dark web.

Calano i sequestri di Droghe sintetiche ma i sequestri di sostanze liquide aumentano rispetto a quelli riguardanti le quantita' in dose o polvere: in particolare, ammontano a circa 90 litri i sequestri di GBL e ad oltre 5 litri quelli di GHB, due potenti sedativi dissociativi, tristemente noti per il loro impiego come "Droghe dello stupro". Si tratta di sostanze conosciute da tempo, ma che, nel 2021, sono tornate alla ribalta della cronaca per la scoperta di un vasto fenomeno di spaccio perpetrato mediante siti di vendita online, che ha portato a triplicare i sequestri rispetto all'anno precedente, all'esito di complesse indagini di polizia, condotte ricorrendo all'impiego di consegne controllate e ad operazioni sotto copertura.

"Il ritmo di crescita quasi esponenziale dei sequestri di cocaina in Italia trova conferma dai primi dati relativi al 2022: in quasi sei mesi, da gennaio ad oggi, ne sono state gia' sequestrate 21 tonnellate, piu' delle oltre 20 tonnellate sequestrate nell'intero anno scorso e che gia' rappresentavano un record assoluto". Lo ha sottolineato il generale della Guardia di finanza, Antonino Maggiore, direttore centrale per i servizi antidroga. "Quattordici delle 21 tonnellate di cocaina sequestrate quest'anno - ha ricordato Maggiore - sono state individuate nel porto di Gioia Tauro, anche questo un dato in linea con quello dell'anno passato".

 "In questo momento quello che preoccupano di piu' sono le alleanze trasversali tra gruppi di criminalita' organizzata: alla "Tripla frontera", tra Paraguay, Uruguay e Brasile, hub del narcotraffico internazionale, operano tutte le mafie, tra cui naturalmente la 'ndrangheta". A lanciare l'allarme e' stato il vice capo della Polizia e direttore centrale della Polizia criminale, Vittorio Rizzi. "Il fatto che il 66% dei sequestri di cocaina degli ultimi sei mesi abbiano riguardato il porto di Giulia Tauro - ha aggiunto Rizzi - conferma da un lato l'affinamento delle analisi di rischio delle forze di polizia e le qualita' dell'intelligence, dall'altro la capacita' della 'ndrangheta di porsi come player mondiale del traffico".

"Le operazioni antidroga condotte nel 2021 evidenziano lo sforzo investigativo sul territorio nazionale e a livello internazionale che ha consentito, tra l'altro, il sequestro di oltre 20 tonnellate di cocaina, un risultato senza precedenti che premia la professionalita' e la dedizione di tutto il personale". Lo afferma il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, commentando la Relazione. "Contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti anche nelle piazze virtuali, secondo un trend generale di aumento dei reati che sfruttano le potenzialita' della rete - sottolinea il ministro lodando l'impegno di magistratura e forze dell'ordine nell'attivita' di contrasto - e' fondamentale per salvaguardare la sicurezza dei cittadini e tutelare i nostri giovani". Per Lamberto Giannini, "la Direzione centrale dei servizi antidroga rappresenta un'articolazione strategica del Dipartimento della pubblica sicurezza e una delle piu' longeve e riuscite espressioni di collaborazione interforze. I dati della Relazione annuale 2022 - conclude - testimoniano la forza, la costanza e l'efficacia dell'azione di contrasto delle forze di polizia nazionali che l'anno scorso hanno fronteggiato la piaga del narcotraffico, incrementando i sequestri di oltre il 50%". 
(Agi+Ansa)
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