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 USA - USA - Google: anche gli spagnoli censurano Internet
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Notizia 
11 marzo 2010 14:57
 
Google ha parlato male della Spagna davanti al Congresso Usa. Lo ha fatto il 10 marzo nel corso di un'audizione alla Camera del Rappresentanti riguardante democrazia, sicurezza e libertà d'espressione in Rete, e dove si è discusso delle tecniche che i vari governi adottano per censurare i siti web. L'accusa di un atteggiamento censorio da parte della Spagna scaturisce da un singolo caso giudiziario del 2007, quando un tribunale ordinò la chiusura di due blog che promuovevano il boicottaggio di prodotti catalani. Ciò è bastato a Google per inserire la Spagna nella lista degli Stati che controllano e reprimono sistematicamente Internet, come Cina o Iraq. L'avvocata di Google, Nicole Wong, dopo aver denunciato gli Stati più repressivi, ha citato quelli che hanno censurato blogger o blogsppot: "Negli ultimi due anni abbiamo ricevto rapporti su come la nostra piattaforma di blogs sia stata bloccata in almeno sette paesi, compresi Cina, Spagna, India, Pakistan, Iran, Myanmar ed Etiopia". E' la seconda volta che Google lancia un'accusa simile alla Spagna; lo ha fatto anche il 2 marzo, davanti al Subcomitato dei Diritti Umani e della Legislazione del Senato.
La Spagna l'ha presa molto male. Come ha commentato un anziano rappresentante del Congresso, che ha preferito conservare l'anonimato: "D'ora in poi, qualunque congressista che navighi nell'archivio del Campidoglio incontrerà questa lista di Paesi. La sua inclusione comporta che i congressisti possono pensare che la politica della Spagna riguardo a Internet sia uguale a quella della Cina. Cosa che non agevola i rapporti tra i due Paesi".
 
 
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